Quando quattro anni fa Andrea Franchetti realizzò l’evento“Le Contrade dell’Etna” ospitando nel salone a piano terra della sua cantina di Passopisciaro tanti vignaioli del comprensorio fu subito evidente che questa manifestazione per la sua originalità e per la sua gran valenza sarebbe diventata un appuntamento di riferimento nel panorama enologico siciliano e non solo. Così negli anni ho incontrato, oltre ai tanti colleghi della stampa, un numero sempre più crescente di produttori vinicoli giunti appositamente da altri territori dell’isola, Trapani, Caltanissetta, Ragusa, Messina, Agrigento, tutti a Passopisciaro per approfondire i vini del Vulcano e comprendere al meglio il fenomeno dei vini siciliani più ricercati. Andrea Franchetti è romano d’origine, produce grandi vini in Toscana ed a ragione sono convinto che gli si debba riconoscere il gran merito di aver giocato un ruolo fondamentale nella riscoperta enologica dell’Etna, sia attraverso il suo pluripremiato Passopisciaro sia per essere riuscito, in quello che oso definire un miracolo, ovvero far confrontare nel corso di questo tasting annuale tutti i produttori delle varie contrade dell’Etna, vecchi, nuovi e appena nati o meglio rinati. Un confronto vero per comprendere i vini ed i vari territori mettendo da parte invidia e gelosia.
Lunedì 21 Marzo a Passopisciaro, lo dico francamente, è stato molto bello vedere ad esempio Alessio Planeta descrivere il suo Carricante nella sua postazione per poi andare in giro ad assaggiare e commentare il vino degli altri, Silvia Maestrelli ed Alberto Graci scambiarsi opinioni sui propri vini e sulle qualità di quelli che ritenevano più interessanti, Giuseppe Tasca impegnato in giro per i vari banchi ad approfondire i vini ed un paio di storici produttori dell’Etna indicarmi tra i nuovi vini assaggiati quelli a loro avviso più significativi e innovativi.
Franchetti è soddisfatto e mi dice “ Sono felice di questo rinascimento dell’Etna, i produttori presenti oggi sono quasi il doppio della prima edizione e sono qui per scambiarsi il gusto del vini. Ho pensato questa manifestazione proprio come luogo di scambio per tutti noi, affinchè si possa prendere una precisa direzione stilistica del fare il vino sull’Etna evitando che ognuno possa andare nella proposizione dei vini per conto proprio. Lo scopo è proprio fortificare lo stile in modo che questo sia riconosciuto all’estero, dove c’è un grandissimo interesse verso questo territorio ed i suoi vini. Proprio le contrade, i Cru sono un valore importante e sono convinto che, grazie anche a questo confronto, si avvertirà negli anni futuri una buona crescita nel vino dell’Etna “.
Nelle aree vitivinicole del vulcano sono state classificate circa una cinquantina di tipologie di suolo che per le loro differenti proprietà sono in grado di apportare capacità nutrizionali diverse alle vigne e sensazioni organolettiche di tipicità diverse nei vini. La sabbia-lavica dona vini eleganti ma strutturati, complessi e soprattutto adeguati a sfidare il tempo. Il diverso microclima nei vari piccoli appezzamenti delle varie contrade è poi un ulteriore differenziale d’unicità.
Diversi i bianchi, composti in prevalenza da uve Carricante, che mi sono piaciuti in modo particolare. Margherita Platania presenta una gamma di vini interessanti sui quali spicca il Millemetri ’10 Etna Bianco Doc Feudo Cavaliere dal naso intenso e dalla beva di gran freschezza e di perfetta corrispondenza al vitigno.
Il campione di vasca Etna Bianco ’10 Salisire di Vivera ancora torbido nel bicchiere, svela tutte le sue splendide inebrianti potenzialità di frutto e mineralità. L’ Etna Bianco Doc Mari Ripiddu ’09 di Filippo Grasso è elegante all’olfatto ed al gusto con una struttura che gli garantirà una buona evoluzione nel tempo. Di gran fascino e bevibilità il Quantico ’10 di Giuliemi ed il Carricante ’10 di Planeta. Due vini in prossima uscita che sicuramente lasceranno il segno sono il Carricante ’09 di Tenuta di Fessina ‘A Puddara, del quale ho già parlato in occasione di Sicilia en Primeur e il Bianco ’10 di Nerina di Girolamo Russo, dedicato da Giuseppe a sua mamma Nerina.
Tra i rossi tante conferme e qualche piacevolissima novità: l‘Etna Rosso ’08 N’Anticchia di Paolo Caciorgna è una moltitudine di profumi al naso ed al palato e mi convince per la solidità e la persistenza, mentre il Nerello Mascalese ’08 di Terre di Trente sottile e ricco all’olfatto, ha un bellissimo caleidoscopio gusto di lunghi rimandi fruttati e speziati. Cinque conferme di gran levatura sono l’Etna Rosso Doc Feudo ’08 di Girolamo Russo dal coerente ed elegante spettro olfattivo e dal lunghissimo sorso, l’Etna Rosso Doc Archineri ’09 Pietradolce dai profumi profondi e pieni e dalla beva ricca di materia e l’Etna Rosso Doc ’08 Quota 600 di Graci caratterizzato dalla silhouette aromatica particolarmente sfaccettata, l’Etna Rosso Doc ’08 Tenuta di Fessina che coniuga finezza di profumi e timbro gustativo inconfondibile e Etna Rosso Doc Guardiola ’09 Tenuta delle Terre Nere dal frutto giovane e dal tannino di gran fattura.
Ha un netto carattere distinguibile l’Etna Rosso Doc Don Michele ’08 Moganazzi dal naso e dalla bocca piena di frutto, spezie e balsamo, mentre è di sottile viva freschezza il Vino di Anna ’08 dell’enologa australiana trapiantata in terra etnea.
Il Passopisciaro ’08 è ricco all’olfatto di frutto, spezie e liquirizia, al gusto dispiega il suo grande spessore. I quattro speciali diversi Cru di Franchetti sono di millesimo ’10: il Rampante di Solicchiata deriva da vecchie vigne di Nerello Mascalese a piede franco ad oltre mille metri di altezza, mostra ampie note floreali e fruttate di ciliegia, lampone e mineralità, lo Sciaranuova nasce tra gli 800 ed i 950 metri, al gusto si mostra un po più sottile, il Chiappemacine di più bassa altitudine, intorno ai 550 metri mostra già buona sapidità, mentre il Porcaria prodotto tra i 700 e gli 800 metri è particolarmente concentrato di vive ciliegia e lamponi. Tutti sebbene ancora giovani mostrano grandi potenzialità e lo stile dell’Etna.
Leggi altri articoli di Luigi Salvo: Le contrade 2008 – Le Contrade 2009 – Le Contrade 2010 – DEVINIS Un Brindisi sotto l’ombra del Vulcano
Read Full Post »