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Archive for marzo 2012

Anche quest’anno ho avuto l’onore di essere invitato alla serata più esclusiva di Vinitaly 2012 la Cena dei Grandi Cru d’Italia con l’annuale assegnazione del Premio giornalistico Comitato Grandi Cru d’Italia alla stampa enologica italiana e internazionale. Quest’anno il gala si è svolto la sera del 27 Marzo nel bellissimo salone del Palazzo della Ragione, alla presenza di 100 giornalisti provenienti da tutto il mondo, autorità e i 110 soci del Comitato Grandi Cru. La prestigiosa associazione riunisce le aziende italiane che da almeno venti anni producono etichette apprezzate sia dalla critica e dal mercato mondiale ed è presieduta da Vittorio Frescobaldi.(nella foto Antinori, Panerai, Frescobaldi)
La cena dell’evento è stata curata dal ristorante tre stelle Michelin “Da Vittorio” di Brusaporto (Bergamo) ed i vini Grandi Cru dei soci sono stati serviti con cura dai sommelier AIS.  
Nel corso della serata, in collegamento internazionale, sono intervenuti guest speakers internazionali quali il presidente del Grand Jury Européen François Mauss, la Master of Wine di Hong Kong Jeannie Cho Lee, il wine consultant Michel Rolland e, ancora, Bruce Sanderson e Thomas Matthews di Wine Spectator
I premi assegnati sono andati al migliore giornalista italiano Ian D’Agata (International Wine Cellar e Guida ai Migliori Vini d’Italia), il titolo di miglior giornalista internazionale a Monica Larner di Wine Enthusiast,  il miglior giovane giornalista internazionale è stato Matt Skinner, corrispondente del Sunday Telegraph e del Gourmet Wine Traveller, la Miglior testata italiana è Radio 24 – Il Gastronauta di Davide Paolini, mentre il premio per la miglior testata o guida internazionale è stato assegnato parimerito a Decanter e alla Chinese Edition Guida Vini Gambero Rosso. Per la categoria website WineNews.it ex-aequo con JamesSuckling.com. Premio speciale a Richard Parsons, presidente di Citigroup e proprietario della tenuta Il Palazzone a Montalcino, per i suoi investimenti nel vino italiano all’insegna della produzione di eccellenza.
Molto bello il libro che mi è stato regalato così come agli altri ospiti “Dining with Grandi Cru d’Italia 110 Recipes from the Greatest Italian Wineries”, un’opera in italiano e in inglese con i 110 vini dei membri del Comitato in abbinamento alle “ricette di famiglia” scelte personalmente dai produttori.

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Le “Contrade dell’Etna” giungono al loro quinto anno mettendo in luce alcune interessanti novità e tantissime conferme. Il successo di questa manifestazione che Andrea Franchetti ha pensato e realizzato è evidentissimo, oltre che per la gran quantità d’appassionati che giungono sull’Etna, soprattutto per il numero crescente di produttori che aderiscono all’evento e per la nutrita presenza di colleghi della stampa estera arrivati in Sicilia per l’occasione. I produttori ospitati da Andrea Franchetti nel grande salone della cantina di Passopisciaro sono stati quest’anno 55 ed hanno presentato i loro vini non ancora imbottigliati delle diverse contrade annata ’11 insieme con alcuni d’annate precedenti. 

La sera antecedente al 19 Marzo, giornata dedicata alle “Contrade”, Franchetti ha invitato la stampa italiana e straniera, alcuni  importatori e qualche produttore presso l’agriturismo “Quota Mille”. Lo scambio di opinioni nel corso della cena ha ancor più evidenziato un dato che ormai è chiaro, ovvero la grandissima attenzione che ripone il mondo enologico mondiale su questa straordinaria fetta di territorio siciliano in grado di dare elevatissime eccellenze enologiche. Forza innanzi tutto del ricco terreno vulcanico sul quale sono allevati il Nerello, il Carricante e gli altri vitigni dai 300 metri s.l.m. fino ai 1100, gli affascinanti alberelli hanno densità che può variare da 6.000 fino a 12.000 ceppi per ettaro nei vigneti più antichi. Le caratteristiche climatiche sono davvero uniche, caldo sole e grandi escursioni termiche stagionali e giornaliere donano alle uve qualità organolettiche di primissima grandezza.

WINE REALITY Web Tv: Report video su “Le Contrade dell’Etna” con interviste ad Andrea Franchetti ed Alberto Aiello Graci.

Ecco i migliori vini assaggiati quest’anno:

Tra gli Spumanti: il Brut da uve Chardonnay ed il Rosè da uve Pinot Nero dell’azienda Terrazze dell’Etna entrambi freschi e profondi al punto giusto,  il Brut da uve Carricante di Planeta ricco di frutta e mineralità, ed il classico Brut Murgo da uve Nerello Mascalese mix di fragranza e ritorni sapidi.

Tra i Bianchi 2011: l’Etna Salisire di Vivera viva espressione territoriale al naso ed in bocca, l’Outis di Biondi fragrante e succoso,  l’Etna ’10 Millemetri Feudo Cavaliere conferma di grande qualità, l’Etna  ‘10 Don Michele Moganazzi piacevole e suadente , l’Etna ’10 di Cottanera di lunga scia frutto sapida e l’Etna ‘A Puddara ’09 di Tenuta di Fessina ricchissimo al naso e dalla bocca importante.

Tra i Rossi: di livello il Munjebel ’11 Frank Cornelissen d’affascinante freschezza di frutto, le due contrade ’11 del Tascante di Tasca d’Almerita con Sciaranova più sottile e composta e Bocca d’Orzo più d’estratto, il nuovo “entry level” ’10 di Fattorie Romeo del Castello  in uscita ad Aprile pieno di note floreali e fruttate, l’Etna ’10 Quota 1000 Graci che a Novembre lascerà la cantina conquista già il palato confermando il caratteristico olfatto. Una sicurezza l’Etna Feudo ’10 di Girolamo Russo dal gran carattere ed eleganza, l’Etna Erse ’10 Tenuta di Fessina intenso e piacevolmente lungo, il Feudo Vagliasindi ’10 dal frutto giovane e dalla piacevole nota erbacea. Primo assaggio anche per il Nerello Mascalese ’10 di Planeta pieno di frutto ed avvolgente eleganza.

L’assaggio dei vini delle varie Contrade ’11 di Franchetti, così come gli altri vini ’11, hanno evidenziato un’annata molto interessante e di grandissima prospettiva. All’assaggio il  Passopisciaro ’09 è vivo di ribes e macchia mediterranea, al palato è di freschezza e sapidità, mentre tra i quattro Cru di Franchetti il Porcaria ’09   è il più concentrato, prodotto tra i 700 e gli 800 metri s.l.m. si esprime al naso con intense sensazioni minerali completate da note di ciliegie e lamponi, in bocca è pieno e di lunga scia. Il Franchetti ’09 ottenuto da Petit Verdot e Cesanese di Affile è un vino di particolare espressione, intrigante connubio tra finezza, intensità e consistenza gustativa.

Piacevole il Primaterra ’09 ricco di frutto e spezie, al debutto l’Etna Capo Chiurma ’08 di Filippo Grasso dal gran naso e dal bocca decisa, infine sempre di grande eleganza e territorialità l’ Outis ’08 di Biondi nel quale la magia del vulcano è toccabile in punta di lingua.

Leggi altri articoli di Luigi Salvo sull’Etna: Le contrade 2008Le Contrade 2009 Le Contrade 2010  –    DEVINIS  Un Brindisi sotto l’ombra del Vulcano – Le Contrade 2011

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Guide di settore o concorsi enologici? Quale lo strumento più veritiero ed efficace? Con l’arrivo della primavera inizia il periodo dei grandi concorsi enologici internazionali, i più importanti vedono in gara migliaia di campioni, dispongono di un quadro normativo chiaro e trasparente ed indubbiamente  nel corso degli anni hanno dimostrato la loro valenza quale strumento promozionale per le aziende vinicole. Tra i più noti il Concorso Mondiale di Bruxelles, l’ IWC di Vienna, il Challange International du Vin di Bourdeaux, il Berliner Wine Trophy di Berlino, il Decanter Awards, il concorso del Vinitaly, la Selezione del Sindaco. Per un’azienda poter fregiarsi della medaglia d’oro o d’argento ottenuta in uno dei concorsi enologici patrocinati dall’OIV(Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), significa poter vantare un’assoluta certificazione di qualità e con essa più facilità nel veicolare il proprio prodotto sui mercati mondiali.

Molti produttori, anche se affermati e sicuri della qualità intrinseca dei loro prodotti, partecipano senza timori ai concorsi, ma un dubbio ci attanaglia perchè altri pur largamente incensati dalle guide di settore sono restii nel farlo? Potrebbe essere per caso che alcuni di questi hanno visto trionfare i loro vini con giudizi guidaioli altissimi magari non in maniera del tutto meritata ed hanno un certo timore di veder giudicato il proprio vino alla cieca ed in modo anonimo da commissioni composte di fior fiore di degustatori? Giusto per essere chiari nei concorsi tutti i vini sono degustati alla cieca, l’etichetta non influenza il giudizio del punteggio finale, il vino del piccolo vignaiolo assolutamente sconosciuto ha quindi la possibilità di essere giudicato dalle commissioni esattamente allo stesso modo di quello di una notissima cantina e può, se il suo prodotto ha grande valenza, aggiudicarsi una prestigiosa medaglia al pari di un noto produttore. E’ evidente che invece il vino della blasonata cantina rischia di fare una gran figuraccia se il vino non è all’altezza ottenendo un punteggio basso.

Dunque, posso garantire essendo personalmente da anni in commissione in tanti concorsi enologici internazionali, che solo i vini davvero meritevoli sono premiati. Le guide hanno certamente il loro valore, anche in questo settore opero da diverso tempo però non posso sottacere il vero problema, alcune hanno nel corso degli anni totalmente perso la loro attendibilità continuando a mischiare il giudizio dei vini con le pagine di pubblicità e se il consumatore meno attento non se ne accorge l’importatore di turno certamente si.

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Il Concours Mondial 2012 si svolgerà in Guimarães in Portogallo dal 4 al 6 Maggio, da tanti anni ormai rappresento l’Italia come giudice in commissione ed ho potuto costatare la grande serietà del protocollo di svolgimento dei lavori degustativi e l’importante valore aggiunto che le aziende premiate hanno per i propri vini dal punto di vista commerciale. Ecco perchè iscrivere i vini al Concorso ha sicuramente un doppio valore: avere un feedback reale della qualità dei propri prodotti e, con l’ottenimento di una medaglia, la possibilità di veicolare più facilmente il vino sui mercati.
Creato nel 1994, il Concours Mondial de Bruxelles si é eretto, in qualche modo, a campionato del mondo del settore vino e alcolici, con piu’ di 7500 campioni messi in competizione provenienti da tutto il mondo, che insieme rappresentano  piu’ di 500 milioni di bottiglie messe in commercio.
Composta unicamente da professionisti, la giuria del Concours Mondial, riunisce ogni anno  i piu’ grandi degustatori internazionali del settore. Le circa 40 nazionalità rappresentate dalla giuria  rappresentano una diversità che contribuisce alla unicità  dell’evento. A chiusura dell’evento, solo quei vini che hanno ottenuto i migliori punteggi possono sperare di ottenere i prestigiosi riconoscimenti identificati nelle medaglie del concorso.

Secondo uno studio della Scuola di Management (università di Louvain), il Concorso Mondiale di Bruxelles è visto idealmente, anche per la notorietà e affidabilità, come una protezione per il consumatore. Uno studente in marketing della Scuola di Managemente di Louvain ha dedicato la sua tesi alla notorietà’ acquisita da parte del concorso Mondiale di Bruxelles e all’importanza attribuita dai consumatori al momento dell’acquisto ai vini premiati. Dallo studio risulta che “il Concorso Mondiale é collegato a livello mentale con l’idea spontanea di notorietà’ “in altre parole il concorso rappresenta una forma di “ condizionamento” per il consumatore al momento in cui si accinge a comprare un vino premiato. Da inoltre , ai produttori , l’opportunita’ di confrontarsi con il meglio della produzione mondiale e dare quindi tutte le opportunita’ per un rapido miglioramento qualitativo dei propri prodotti.

Nessuna edizione del concorso somiglia ad un’altra. Aprire più di 7.500 mila bottiglie, provenienti dal mondo intero, in tre giorni e davanti a trecento professionisti degustatori internazionali è sicuramente un avvenimento unico nel suo genere. E’ un termometro della salute del settore, una fotografia istantanea della situazione della viticoltura mondiale, che rivela la tendenza del mercato e le sue mutazioni. L’ultima edizione del Concours Mondial svoltasi in Lussemburgo ha evidenziato: la Francia resta il paese dominante a livello di partecipazione al Concorso, con 2405 campioni, e che all’interno del paese Bordeaux resta la regione produttiva piu dinamica seguita dal Languedoc Roussillon •Aumentato dinamismo nell’Export della Spagna, seconda nazione partecipante con i suoi circa 1500 campioni presentati: Rioja e Castiglia Y leon ex equo, tallonati da Catalogna e Mancia.
Una tendenza internazionale diffusa verso la specializzazione varietale:
  • su 973 vini rossi Spagnoli presentati 610 sono ottenuti da Tempranillo
  • su 469 vini rossi portoghesi presentati 60 sono ottenuti da vitigno Touriga Nacional. Il Portogallo ha la caratteristica di avere presentato una vasta gamma di vini ottenuti da un numero elevato di vitigni, ben 33.
  • su 469 vini rossi presentati dall’Italia, ben 120 sono ottenuti con varietà Sangiovese
  • infine, il 30% dei vini rossi cileni presentati sono ottenuti da Carmenere per la prima volta questa varietà, emblema del Cile, supera il Cabernet Sauvignon

Più in generale si nota una tendenza verso vini più rotondi e morbidi in bocca: è il caso della Francia dove domina il vitigno Merlot in purezza o in assemblaggio (720 vini su 1538 vini rossi presentati, contro appena 180 vini ottenuti in purezza o assemblaggio di Cabernet Sauvignon o ai 110 di Syrah. Infine, la variazione del grado alcolico medio dei vini presentati ha raggiunto i 13,28% nel 2011 contro il 13,09% del 2006 e approssimativamente del 12,8% nel 2000. Puo essere una chiave di lettura per potere valutare il cambiamento climatico che ha influenzato i valori di maturazione.
In termini generali si riscontra una tendenza di fondo all’intenazionalizzazione degli stili, un corollario inevitabile dell’evoluzione dei gusti dei consumatori ma nell’insieme i vini procedono verso una semplificazione e un marcato aspetto cromatico.

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