Le splendide colline che si affacciano sullo Stretto di Messina lungo la lingua di terra chiusa tra il Mar Tirreno e il Mar Ionio sono la culla della piccola Doc Faro. La zona di produzione che si sviluppa nel solo comune di Messina, proprio dal faro di Capo Peloro ai piedi del Monte Poverello verso sud-est, prevede l’utilizzo di Nerello Mascalese dal 45 per cento al 60 per cento, Nerello Cappuccio dal 15 al 30 per cento, Nocera dal 5 al 10 per cento ed eventuale aggiunta di Nero d’Avola e/o Gaglioppo e/o Sangiovese e/o altre uve a bacca rossa autoctone per 15%. .
È una delle denominazioni siciliane più piccole con i suoi 30 ettari vitati iscritti all’albo dei vigneti , è un’ottima espressione dell’autoctonia siciliana e proprio per questo ha un gran valore aggiunto.
Cinque anni fa scrissi un approfondito focus sulla Doc Faro per la pubblicazione ufficiale dell’Associazione Italiana Sommelier per mettere in luce l’impegno dei produttori nella valorizzazione del territorio attraverso la scelta di non estirpare gli antichi vitigni locali per fare posto agli internazionali in grado di globalizzare la produzione e facilitarne la commercializzazione, ma di dare invece una forte spinta all’anima locale non del tutto espressa attraverso il recupero d’antichi vigneti e il reimpianto di nuovi per far rifiorire questa piccola Doc.
Tra le più interessanti realtà c’è la Cantina Giostra Reitano, dal 2004 Francesco, ex Presidente del Consorzio di Tutela Faro DOC, conduce un ettaro e mezzo di vigneto (in procinto di diventare circa tre) sul promontorio di Capo Rasocolmo di fronte l’isola di Stromboli.
Il Faro “Rasocolmo” 2011 è ottenuto da uve Nerello Mascalese, Nocera, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola e Sangiovese ed è affinato in acciaio per 12 mesi.
Mi è davvero piaciuto il millesimo 2011, accattivante sin dal bicchiere con il suo rosso rubino con nuance granate, ha variegato spettro olfattivo che spazia dall’amarena, alla mora, fino alla macchia mediterranee, è ricco di pepe nero e note balsamiche. Sorso di grande bevibilità tra freschezza e tannino sinuoso ed appaga la beva con un lungo finale tra frutta e calibrate note sapide. Ha diversi buon motivi, dunque, ber farsi bere ed apprezzare.