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Archive for gennaio 2011

Alberto Buratto di Baglio di Pianetto, azienda siciliana del Conte Marzotto, mi propone di testare, oltre ad una serie di vini della cantina, anche un vino anonimizzato, ovvero senza sapere né se si tratta di un vino dell’azienda, né l’annata né tanto meno il vitigno. Nel bicchiere è un bianco davvero interessante, dal colore paglierino carico con lievi riflessi dorati, ha naso pieno di ginestra, ananas, pesca gialla, eleganti note erbacee e di pepe bianco. In bocca è agile e di gran bevibilità, un mix di rotondità alcolica e vena acida, dal buon finale con ritorno del frutto ampliato da netta traccia sapida. Dopo il tasting, quando si svela l’etichetta della bottiglia sinceramente la sorpresa è tanta, è il Ficiligno proprio di Baglio di Pianetto annata 2003, un chiaro esempio di come il passare del tempo riesca a marcare ancor di più la differenza qualitativa, un bianco siciliano che si esprime ancora ad ottimi livelli ad oltre sette anni dalla vendemmia.

Creato dall’enologo Fausto Maculan deriva da uve Inzolia e Viognier in eguali percentuali, allevate a 600 m. slm. in terreni di medio impasto con una buona componente d’argilla che godono di un microclima privilegiato. Le uve raccolte manualmente in casse sono state raffreddate. Dopo la cernita, si è proceduto alla diraspatura e alla pigiatura, per consentire la macerazione freddo per dodici ore. Dalla pressatura soffice, il mosto è stato ancora una volta raffreddato favorendo la decantazione naturale. La fermentazione ha avuto una durata di 20 giorni, a temperatura controllata, in serbatoi d’acciaio inox, dove si è prolungata la maturazione per 4 mesi. Inzolia e Viognier si sposano ottimamente e si sorreggono a vicenda, nel vino, oltre la tecnica realizzativa, gioca evidentemente un ruolo fondamentale il terroir di provenienza, le vigne allevate in un contesto di buone somme termiche ed ottime escursioni, permettono al vino di avere, oltre che struttura, una longevità di tutto rispetto. Complimenti!!

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E’ un gran bel Nero d’Avola il Versace di Feudi del Pisciotto, un Nero d’Avola che trasmette le note tipiche del vitigno di quelli che mi piacciono veramente. Le vigne si trovano in agro di Niscemi in un  triangolo racchiuso fra  Piazza Armerina, Caltagirone e Vittoria a circa 250 metri di altezza e a 6 km in linea d’aria dal mare, prodotto in sole dodicimila bottiglie è vinificato in acciaio ed affinato per metà in barriques nuove e per metà di secondo passaggio. Per chi ama questo vitigno e si trova per lo più spesso a giudicarlo, testare una bottiglia che ben lo rappresenti è sempre motivo di grande piacere. In questi ultimi quindici anni si è assistito al fenomeno della crescita esponenziale del Nero d’Avola in bottiglia, vini per lo più privi di vera identità ed anima, aziende che cavalcano il nome del vitigno per vendere qualche bottiglia. La grandezza e l’unicità di un vino sta proprio nella varietà dalla quale si ottiene, quindi nella sua diversità espressiva, questa spudorata globalizzazione commerciale che ha invaso il mondo del vino  ha certamente facilitato la maggiore diffusione dei prodotti ma ha portato inevitabilmente ad un’omologazione delle produzioni con una drammatica riduzione delle tipicità, fenomeno che ha colpito il Nero d’Avola in maniera massiccia. Oggi il vitigno principe siciliano proprio per l’uso indiscriminato del suo nome in vini che mal lo rappresentano ha perso parecchio appeal verso i consumatori nei mercati mondiali.

Il Versace ’08 nel bicchiere  mostra tutta la sua tipicità a partire dal bel colore rosso rubino compatto, portandolo al naso è fine ed elegante, intenso con chiari sentori di frutti, quali ribes, mora e ciliegia matura, suadenti note balsamiche e di speziatura, sfumature di cioccolato e liquirizia. Al palato è avvolgente ma non eccessivamente rotondo, agile e scattante con gli stessi aromi del naso, tannini ben espressi in un lungo persistente finale. Godibilissimo.

In ultimo una nota doverosa, in accordo con gli stilisti che firmano le etichette dell’azienda parte degli utili è stato destinato ai lavori di restauro degli stucchi raffiguranti l’Eterno di Giacomo Serpotta a Palermo

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