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Archive for aprile 2010

Il tradizionale appuntamento della degustazione ufficiale di Vinitaly organizzat0 dalla rivista Civiltà del Bere in collaborazione con Verona Fiere quest’anno è stato quanto mai entusiasmante, dal titolo “le Blue Chips del vino Italiano” ha visto sotto i riflettori le etichette  più premiate in assoluto dalle guide e dalle più importanti riviste di settore del mondo. Duecento selezionati degustatori di diverse nazionalità hanno partecipato all’evento che si è svolto nella grande sala Argento del Palaexpo del Vinitaly e che ha visto sfilare uno dietro l’altro dodici autentici fuoriclasse.  L’atmosfera è stata quella delle grandi occasioni con il capo redattore di Civiltà del Bere Alessandro Torcoli ad accogliere i partecipanti al tasting e con il direttore Pino Kail che da perfetto conduttore ha introdotto ogni produttore ed il suo pluripremiato vino.  

Wine Reality Web Tv:  GUARDA LO SHORT-VIDEO DEL GRANDE TASTING 

Anche per chi è abituato ad assaggiare tantissimi vini nel corso dell’anno è sempre una grande emozione testare una sequenza di campioni come quella di questo particolare tasting, ognuno dei dodici vini è stato presentato personalmente dal produttore con un’emozione particolare, quella che un padre prova parlando del suo figlio più amato. Ecco la sequenza dei campioni degustati, due vini bianchi e dieci vini rossi: 

Planeta Cometa, Sicilia Igt 2008 – Menfi (Agrigento) Fiano 100% E’ tra i vini bianchi del Sud Italia più interessanti, lo presenta il suo ideatore Alessio Planeta, con orgoglio racconta che il vino è frutto di sperimentazione su cloni di Fiano provenienti dalla zona di Salerno impiantati a Menfi su suoli calcarei argillosi che donano al vino importanti sensazioni di aromaticità e permettono la giusta struttura, ideale per una lunga evoluzione in bottiglia. In particolare, afferma Alessio,  il Cometa annata 2001 si è dimostrato il vino migliore prodotto dall’azienda Planeta nella sua storia. L’annata ’08 pluripremiata, nel bicchiere mostra bellissimo bouquet olfattivo ed in bocca è di gran piacevolezza fresco-sapida con lungo finale persistente. 

Cantina Tramin Nussbaumer, Gewurztraminer AltoAdige Doc 2008 – Termeno (Bolzano) Trentino-Alto Adige, Gewurztraminer 10o%. William Sturz direttore tecnico della cantina spiega come i grappoli di Gewurztraminer del maso di Sella di Termeno siano particolarmente curati e raccolti in sequenza frazionata nel perfetto momento di maturazione, il vino sosta esclusivamente in acciaio, ha ottenuto 92/100 da Wine Advocate, ha bellissimo naso di fiori, frutta intensa e spezie con beva di grande freschezza e di ritorni minerali.

Falesco Montiano, Igt Lazio 2007 – Montecchio (Terni) Umbria – Merlot 100%. Riccardo Cotarella è il papà del Montiano con grande orgoglio presenta il “campione  di famiglia”, le selezionate uve di Merlot provengono dai terreni in località San Pietro a Montecchio ed esaltano le caratteristiche del territorio. Nel bicchiere trovo un naso poliedrico che si esprime con sentori di frutti di bosco in confettura, note di liquirizia, erbe aromatiche e mentolate.  Bocca morbida e lunga, godibilissimo.

Harmonium, Nero d’Avola Igt Sicilia 2007 – Paceco(Trapani) Sicilia  – Nero d’Avola 100% L’ Harmonium è il vino che ha reso celebre l’azienda Firrriato, Vinzia Novara Di Gaetano da oltre dieci anni è il volto della cantina, le sue parole sono un’esaltazione della Sicilia che vuole crescere qualitativamente. Premiato da tutte le guide di settore l’annata ’07 ha naso di intensa frutta rossa matura, tabacco e spezie mentolate. In bocca è opulento e di lunga fresca chiusura frutto-minerale.

Lungarotti Rubesco Vigna Monticchio, Torgiano Rosso Riserva Docg 2005- Torgiano (Perugia) Umbria  – Sangiovese 70%, Canaiolo 30% Teresa Severini agronomo ed enologo che si occupa dell’azienda dal 1992 è tra le fondatrici dell’associazione Le Donne del Vino, presenta il suo Rubesco ’05. Nasce nei terreni argillosi e sabbiosi della Collina di Brufa dove si trova la Vigna Monticchio di 12 ettari, è vino di grande impatto olfattivo con frutti scuri, spezie dolci, tabacco, erbe aromatiche. Piacevole al palato con rotondità caratterizzata da viva freschezza. 

Mastroberardino Radici, Taurasi Docg 2005 – Atripalda (Avellino Campania) – Aglianico 100% Il Radici  ha ottenuto riconoscimenti da tutti gli opion leader italiani e stranieri, lo introduce Piero Mastroberardino. I vigneti di circa dieci anni di età si trovano a Montemarano a Mirabella Eclano, l’Aglianico ha fatto 18 mesi di barriques. Ha olfatto straordinariamente piacevole e complesso, ho riconosciuto in sequenza: sentori di prugna, ciliegia, note di tabacco, sensazioni di humus e deliziosa vaniglia. In bocca è dalla struttura compatta, dal tannino elegante e dalla lunga fresca chiusura.

Cantina Santadi Terre Brune , Carignano del Sulcis Superiore Doc 2005 – Santadi (Carbonia-Iglesias) Sardegna  – Carignano 95%, Bovale sardo 5% La Cantina Santadi è nel cuore del Sulcis, zona Sudoccidentale della Sardegna. Antonello Pilloni ne è Presidente dal lontano 1976 ed è l’ispiratore ed il divulgatore dei vini dell’azienda. Il vino proviene da  antichi vigneti ad alberello ancora franchi di piede, mostra inebriante olfatto di ribes rosso, cannella, pepe nero, note vanigliate. Carezza il palato con tannino perfettamente estratto e lunga persistenza.

Allegrini Amarone della Valpolicella Classico Doc 2005 – Fumane di Valpolicella (Verona) Veneto – Corvina veronese 80%, Rondinella 15%, Oseleta 5%  Marilisina Allegrini è responsabile del marketing dell’azienda di famiglia, che si estende per circa cento ettari nella zona collinare all’interno della Valpolicella. Vino scuro ma luminoso, mi entusiasma il naso di mora, spezie, liquirizia, cacao ed ampie note vegetali. Strutturato e di notevole eleganza, chiude fresco e persistente.

Fontodi Flaccianello delle Pieve, Igt Colli dell’Italia Centrale 2006 – Panzano in Chianti (Firenze) Toscana – Sangiovese 100% La casa vinicola Fontodi è nel cuore del Chianti Classico, Giovanni Manetti è il proprietario insieme al fratello Marco. Straordinari i riconoscimenti ottenuti da questo vino, tra i quali spicca il 99/100 Wine Spectator. Colore rubino scuro, emozionante il naso di fresca mora, spezie, bacche di eucalipto, cuoio ed accelerazioni balsamiche. Al palato è profondo, complesso, con tannini fitti, dona un lunghissimo finale di freschezza e sapidità. 

Ornellaia, Bolgheri Superiore Doc 2006 – Bolgheri (Livorno) – Cabernet S. 56%, Merlot 27%, Cabernet F. 12%, Petit Verdot 5% La zona di Bolgheri è tra le zone più interessanti e note dell’Italia enologica. L’azienda Ornellaia è di proprietà della Famiglia Frescobaldi, ed è proprio Ferdinando Frescobaldi Presidente di Tenuta Ornellaia che introduce la degustazione del vino. L’annata ’06 ha ottenuto 95/100 Wine Spectator e 97/100 Wine Advocate. L’inverno piovoso, le calde giornate di primavera e l’estate non particolarmente calda hanno portato le viti a produrre grappoli più piccoli del solito. Il naso  mi appare prismatico, mora, frutti selvatici in confettura, tabacco, liquirizia, fresche sensazioni vegetali. La bocca avvolgente raccoglie tannini sinuosi ed è tonica nel lungo finale.

San Guido Sassicaia, Bolgheri Sassicaia Doc 2006 – Bolgheri (Livorno) – Cabernet S. 85%, Cabernet F. 15% Il Sassicaia è stato il primo grande bordolese prodotto su terreno italiano, padre ne è stato Mario Incisa della Rocchetta, nato negli anni cinquanta la prima annata commercializzata è stata 1968. Mostra palpitanti ricchi sentori olfattivi floreali, fruttati e speziati, ampia trama balsamica. In bocca elegante, mostra volume e spessore gustativo, espandendosi con un tannino a maglie fitte ed una freschezza di lunghezza.

Antinori Tignanello, Igt Toscana Rosso 2006 – Firenze Toscana – Sangiovese 85%, Cabernet S. 15%, Cabernet F. 5% Il Marchese Piero Antinori presenta il suo Tignanello, la famiglia da venticinque generazioni produce vino tra la Toscana e l’Umbria, oggi possiede ben 1400 ettari di vigneti. Quest’annata si è accontentata dei 93/100 Wine Spectator, sprigiona al naso in abbondanza profumi di amarene e ciliegie in confettura, spezie scure, cuoio, vaniglia con un finale di ricordi minerali. L’articolato bouguet si ripropone in bocca, con un bell’equilibrio di morbidezza, freschezza e fine massa tannica.

Alla fine di questa intensa degustazione che ha visto in sequenza tutti i più importanti vini italiani, tanti i volti soddisfatti tra i partecipanti italiani e stranieri,  un’occasione davvero imperdibile.

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Anche quest’anno, dopo Bordeaux e Valencia, sarò giudice al Concours Mondial de Bruxelles che approda per la prima volta in Italia a Palermo, la kermesse enoica internazionale avrà inizio il 23 Aprile e si concluderà il 25 e vedrà la presenza di ben 280 giudici provenienti da 40 nazioni differenti. Creato nel 1994, nella prossima XVII edizione il Concorso vedrà  il record numerico di etichette iscritte, 7000 circa,  ben 700 in più rispetto all’anno scorso e questo soprattutto grazie ai tre grandi paesi produttori, Italia, Francia e Spagna che sono cresciuti dal 9% al 22%, ma anche i paesi del nuovo mondo, come ad esempio Cile ed Argentina, hanno inviato un numero maggiore di campioni. 

I vini rossi rappresentano più della metà dei campioni inviati (59,4%), i vini bianchi rappresentano il 22,8%, i vini mossi il 7,1%, gli alcolici il 4,8%, i vini rosè il 4,1% e i vini liquorosi l’1,8%. Per quanto riguarda le annate, il 28,1 % dei campioni appartengono all’ultima vendemmia, il 25,8% rappresentano il 2008, il 19,2% il 2007, il 9,5% il 2006, il 4,6% il 2005 e infine il 2,1% il 2004.

E’ il primo concorso internazionale ad avere attuato un valido e costante controllo dei campioni premiati al fine di garantire la legittimità dei risultati. Infatti, a conclusione del Concorso una certa quantità di campioni premiati vengono sottoposti ad analisi chimico fisiche e sensoriali allo scopo di compararli al prodotto immesso sul mercato, gli oltre 7000 vini in competizione, provenienti da tutto il mondo, rappresentano  piu’ di 500 milioni di bottiglie messe in commercio.

Cosa che ritengo molto importante, il Concours Mondial de Bruxelles ha sviluppato un sistema molto efficace per definire la precisione, la coerenza e la ripetibilità del giudizio dei propri giudici. Questo strumento di valutazione é stato messo a punto in collaborazione con l’Istituto di statistica dell’Università  Cattolica di Louvain. Ad ogni giudice alcuni campioni saranno ripetuti due volte in modo da potere analizzare la sua corretta valutazione. Quindi, saranno assegnate tante medaglie ai vini d’eccellenza presenti al Concorso, ma anche i giudici passeranno sotto il fuoco di fila del giudizio.

Tra breve si inizia, e come sempre sarà esauriente il mio report del meglio assaggiato al Concorso Mondiale. In bocca al lupo a tutti i vini!

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Si è appena conclusa la 44ª edizione del Vinitaly esposizione sempre più grande ed articolata che ogni anno è l’occasione migliore per la presentazione di nuove bottiglie. Nel padiglione 2 dedicato alla Sicilia hanno trovato posto ben 260 aziende in una superficie espositiva  rivisitata con un’inedita concezione degli spazi: all’ingresso due grandi corridoi dedicati alla Sicilia Occidentale e Orientale che immettevano nel grande padiglione nel quale le aziende sono state dislocate ricostruendo i 17 territori enologici siciliani, una logica dispositiva che ha permesso di degustare i vini in maniera sequenziale collegandoli alle aree locali di provenienza con possibilità di apprezzarene le singole differenze.

Tante le novità presenti a quest’edizione, tra i tantissimi vini assaggiati mi sono particolarmente piaciuti: i nuovi vini da vitigni alloctoni dell’azienda marsalese Caruso e Minini, li ho testati insieme a Stefano Caruso anima infaticabile dell’azienda, dal territorio salemitano franco sabbioso argilloso nascono il Cusora Bianco ’09 da Chardonnay e Viognier dagli eleganti freschi profumi floreali e fruttati e dalla bocca di avvolgente persistenza ed il Cusora Rosso ’08 da Syrah e Merlot di gran piacevolezza con frutto e spezie al naso ed al palato, due internazionali di forte personalità. Nell’agro di Santa Ninfa in provincia di Trapani i fratelli Giacomo, Tiziana e Clemente Funaro da alcuni anni producono vini dall’ottimo rapporto qualità prezzo, l’ultimo nato è il Viveur vivace da Inzolia e Muller Thurgau, nel bicchiere è di fresca fragranza floreale e fruttata con piacevole beva di rotondità che invoglia al nuovo assaggio, Giacomo mi racconta .”Questo nuovo vino fresco e brioso nasce dall’esigenza di presentare un prodotto adatto ad un pubblico giovane allo scopo di accostare al buon bere fasce più ampie di consumatori, il nome Viveur è esplicativo della complicità e della piacevolezza di questo bianco appena frizzante”. 

Firriato azienda di Paceco (Tp) propone i suoi nuovi vini dell’Etna dalla tenuta Cavanera posta sul versante Nord Est nel territorio di Castiglione di Sicilia, si tratta dell’Etna Bianco Doc  Cavanera Ripa di Scorciavacca ’09 da uve Carricante e Catarratto, dal bel naso floreale e fruttato arricchito da note minerali  e dalla bocca di bella personalità acido sapida, e dell’Etna Rosso Doc Cavanera Rovo delle Coturnie ’08 da uve Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, dall’olfatto pieno di marasca, mora e gran speziatura e dalla gustativa avvolgente fresca e minerale.  

Tra i vitigni autoctoni il Grillo è quello che negli ultimi cinque anni ha aumentato la sua superficie vitata, addirittura raddoppiandola. Nel comprensorio trapanese dai terreni dell’azienda Ottoventi di Valderice nasce il Grillo ’09  rappresentativo dell’eccellente qualità raggiunta in bottiglia da questo vitigno autoctono diffuso in modo particolare nella Sicilia Occidentale. Incontro Tonino Guzzo, l’enologo che lo ha creato e che riesce a donare sempre vini di gran livello, all’interno dell’area eventi dell’Istituto regionale Vite e Vino dove ho condotto un tasting proprio su questo vitigno, mi invita ad assaggiare questo vino presso lo stand Ottoventi, lo trovo intenso sia al naso che in bocca, con sentori di ginestra, di pera, note agrumate, speziate e minerali. In bocca è pieno e di lunga persistenza aromatica intensa. Novità particolare è la DOC Faro Oblì ’08 Tenuta Enza La Fauci, proveniente da un piccolo vigneto di contrada Mezzana vicino Capo Peloro in provincia di Messina, condotto con grande cura e passione, le uve autoctone sono il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Nocera ed il  Nero d’Avola. Il vino che ha fatto barriques nuove ed usate per circa un anno, ha accattivante naso pieno di note frutatte di marasca, lampone, cilegia con  spezie balsamiche, bella la beva di freschezza e mineralità con tannini di stoffa, importante il ritorno delle sensazioni olfattive nella persistenza.

Planeta completa la gamma produttiva dei suoi Nero d’Avola con l’uscita di Plumbago ’08 , ottenuto dal primo vigneto del vitigno principe siciliano impiantato in azienda nel 1985 a Sambuca di Sicilia. Il nome del vino deriva dalla pianta del Plumbago che circonda la cantina, questo ha dei fiori a mazzetti screziati di un rosso porpora molto simile al colore del Nero d’Avola, tanto da averne ispiranto la scritta in etichetta. Nel bicchiere è un Nero d’Avola ricco di frutta polposa e spezie, ha palato di fresca e soffice morbidezza. A chi sostiene che non si possa fare un bel bianco in una zona particolarmente vocata  per i rossi, consiglio di assaggiare lo Chardonnay Eureka ’09 Marabino, azienda di contrada Buonivini a Noto in provincia di Ragusa: si presenta con una nuova etichetta, Pierpaolo Messina mi spiega che ha scelto la stessa veste grafica del Nero d’Avola DOC Noto, nel bicchiere sprigiona un’ondata di pera, ananas, banana e leggiadra speziatura. La bocca è di gran spessore ed equilibrio con un lungo finale tra frutto e mineralità. Chiudendo in dolcezza segnalo una chicca, è un gran bel vino il Krysos ’06 Grillo vendemmia tardiva Feudo Disisa, proviene da i terreni della famiglia Di Lorenzo in contrada Grisì a Monreale in provincia di Palermo. E’ Roberto Cipresso enologo di grande fama ne che cura la produzione aziendale, nel bicchiere è un concentrato di piacevoli sentori di mela cotogna, albicocca candita, scorcia d’arancia e macchia mediterranea, in bocca fresco, gioca su un equilibrio tra alcol e mineralità in perfetta sintonia con l’olfatto.

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E’ con gran piacere che comunico la nascita di  www.vitevinonews.it la testata giornalistica che l’Istituto Regionale Siciliano della Vite e del Vino dedica all’universo del vino ed alle sue principali componenti: territorio, vitigni, aziende, gusti e tendenze di mercato. Voluta dai vertici dell’ente, il Presidente Leonardo Agueci, il vicepresidente Giancarlo Conte e dal Direttore Dario Cartabellotta, Vitevinonews è parte integrante del portale dell’IRVV ed attraverso la proposizione di notizie, approfondimenti, cronache, immagini e servizi, promuoverà il vino ed il territorio dando grande visibilità al made in Sicily.

Il giornale online diretto da Umberto Ginestra, oltre alla mia collaborazione, si avvale di colleghi quali Nino Ajello, Andrea Gabrielli, Annalisa Ricciardi, Vittorio Corradino, Alfonso Gurrera, Antonio di Giovanni ed altri. Un’importante finestra spalancata sull’enologia siciliana a portata di mouse, un forte segnale istituzionale di innovazione e di attenzione verso l’impegno dei produttori siciliani.

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Andare per cantine è sempre un gran piacere, una particolare occasione è stata data da Assovini con i tour della stampa di Sicilia en Primeur 2010 nei quali è stato previsto che i vari gruppi di giornalisti dormissero presso le aziende disseminate su tutto il territorio siciliano. Io avendo scelto insieme ad altri colleghi il tour del centro Sicilia giungo così a Regaleali Tasca d’Almerita, azienda che conosco bene ma che riesce sempre a trasmettere un grande fascino. La splendida cena nella grande sala del baglio in compagnia del Conte Lucio e di Giuseppe ed Alberto Tasca vede la presenza anche dei produttori che ci accoglieranno nelle proprie aziende il giorno seguente. L’indomani mattina presto il panorama dal baglio di Regaleali è quanto mai suggestivo, ai 400 ettari coltivati a vigneto si alternano mandorli ed ulivi fra distese di avena, grano e tanti alberi di eucalipto. Qui il microclima per la coltivazione della vigna è ideale, ci troviamo fra i 400 e gli 800 metri s.l.m. le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono ideali. Passeggiamo per vigne, tra i filari più antichi, quelli dell’Insolia del Nozze d’Oro, poco distanti vi sono i primi vitigni internazionali piantati in Sicilia, lo Chardonnay ed il Cabernet Sauvignon. Da sempre Regaleali è una fucina di innovazione, qui rispetto al resto del mondo agricolo siciliano tutto è arrivato in anticipo, la prima mietitrebbia che il Conte Lucio ricorda di avere guidato appena messa in attività, i primi trattori, le prime moderne teniche di vinificazione, i primi legni di origine francese. Facciamo un giro completo della cantina, scendiamo perfino giù nel sottosuolo dove affinano le bottiglie dello spumante Almerita Brut metodo classico da uve Catarratto che tra poco sarà affiancato dall’uscita del nuovo Rosè, tutto è in un confuso ordine ed Alberto Tasca lo sottolinea compiaciuto. Nello spiazzo antistante al Baglio con tono familiare chiaccheriamo della storia di Regaleali, di antiche tradizioni ed abitudini che hanno fatto la storia della viticoltura siciliana. Di lì a poco saremo a Feudo Montoni il regno di Fabio Sireci. Nelle terre di contrada Montoni Vecchi, nell’agro di Cammarata, il Nero d’Avola è allevato da oltre seicento anni. Fabio è tra le persone che nel mondo del vino stimo di più, per la sua signorilità, la sua discrezione, per la sua capacità di trasmettere l’amore per i suoi vini. Era il 2005 ed in una conferenza-degustazione che feci in terra di Puglia riguardante il Nero d’Avola e le sue sei più belle espressioni in bottiglia, mi piacque definire la selezione Vrucara Feudo Montoni “l’anima pura del Nero d’Avola”. Infatti, il vigneto dal quale deriva si avvale di marze derivanti da piantagioni di Nero D’Avola aziendali storiche, un clone inclonato, piante selvatiche innestate con marze antiche. La particolarità di Feudo Montoni è che attorno ad esso non c’è altra vite per un raggio di 15 km, si è creata nel tempo ed in modo naturale una camera sterile, il clone ha avuto la possibilità di rimanere unico e non andare in ibridazione genetica durante l’allegagione, tutto il terreno seminativo che ha attorno lo ha così protetto. In cantina le uve sono curate senza stravolgere le loro caratteristiche primarie, ne è prova il fatto che ogni annata del Vrucara ha una sua peculiare particolarità ma tutte hanno un unico comune denominatore la riconoscibilità del vitigno. Al nostro arrivo Fabio ci accoglie davanti al baglio e inizia il suo racconto dalle barbatelle che innesta per mantenere il clone di Nero d’Avola Feudo Montoni, incuriosendo in modo particolare i colleghi stranieri, racconta con grande passione delle sue vigne, dei colori e delle bellezze del suo territorio. Entriamo in cantina, ci porta nella zona vinificazione per vedere il luogo dove nascono i suoi vini, il Catarratto, il Grillo oltre al Nero d’Avola e nella zona dei legni dove trovano posto le barriques ed i tonneaux per l’affinamento del vino. All’interno della sua casa Fabio parla di Giacomo Tachis, ci mostra con orgoglio una lettera incorniciata che tiene alla parete nella quale il grande enologo elogia il suo Nero d’Avola definendolo unico per eleganza e finezza, lettera che gli diede una grande spinta nel proseguire il suo impegno nel segno della qualità. Prima di salutarlo testiamo tutti i suoi vini, dalla forte personalità del Catarratto, alla piacevolezza del Grillo, dalla schietta espressione del Nero d’Avola, alla ben conosciuta  marcata veridicità della selezione Vrucara, vino simbolo dell’azienda. Tasca d’Almerita e Feudo Montoni due gran belle realtà vinicole siciliane, le accomuna un territorio unico e la produzione di vini veri e particolari che è un gran piacere, per chi scrive di vino, comunicare.

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