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Archive for aprile 2008

Grandissima ed entusiasmante esperienza, quella di essere nominato giudice rappresentante per l’Italia al Concorso Mondiale di Bruxelles, la cui 15° edizione si è svolta a Bordeaux dal 18 al 20 aprile 2008, esperienza sensoriale per la quantità e qualità dei vini che ho avuto modo di degustare e giudicare, in totale circa 250, sia nelle sezioni del concorso che in tutti i workshops, ed umana per l’opportunità di confrontarmi con gli altri autorevoli giudici colleghi provenienti da ogni continente, per l’esattezza da 41 stati differenti. 

Straordinaria la quantità di campioni presentati al Concorso 2008, sono stati ben 6189 i vini di 48 nazioni diverse. Questi i primi 15 paesi per numero di vini in concorso: Francia 2063, Spagna 1212, Italia 603, Portogallo 432, Cile 278, Grecia 209, Sud Africa 199 Svizzera 188, Australia 96, Canada 90, Lussemburgo 89, Rep. Ceca 72, Romania 63, Messico 60, Argentina 54

 

Perfetta e puntuale l’organizzazione in tutte le sue sfaccettature da parte del Presidente del Concorso  Baudouin Havaux, del Direttore Tomas Costenoble, e delle sempre presenti Sally Webster e Ginevra Bosisio Rusconi, dal tasting vero e proprio del Concorso, alle splendide visite nei pomeriggi ai Chateau di Bordeaux, alle ricche cene abbinate alle varietà di vini francesi. Bellissimo il centro congressi Du Lac che ha ospitato le giornate degustative, una immensa sala dove hanno trovato posto i 230 giudici, gli italiani chiamati a questo compito siamo stati in 14. Nel corso di ogni mattina sono stati 50 i vini che ho degustato, preordinati in serie, in base alla tipologia, alla provenienza ed al millesimo. Ai giudici, come in tutti i concorsi organizzati dall’O.I.V., viene fornito prima del tasting solo l’annata del campione, mentre al termine dei lavori viene dato l’elenco dettagliato dei campioni degustati.

 

Come da tradizione i punteggi che consentono ai vini di essere premiati sono stati:

da 82,5 a 86,9  Medaglia d’Argento

da 87 a 95,9 Medaglia d’Oro

da 96 a 100 Gran Medaglia d’Oro   

Nei miei giudizi, buona la performance dei vini francesi, ma punteggi veramente importanti hanno ottenuto i vini spagnoli, a riprova della grande crescita qualitativa dei vini di quei territori. Piacevole la sorpresa dei vini dolci del Lussemburgo. Per ogni giornata di tasting e per ogni serie, segnalo i tre vini ai quali ho assegnato i punteggi più alti.  

 

 

Venerdi 18 Aprile 2008   

 

Serie 05 – 14 vini Canada Bianchi

Magnotta Chardonnay Special Reserve 2004 Ontario Niagara Peninsula 90/100

Prospect Winery Townsend Jack Unoaked Chardonnay 2006 – Okanagan Valley 89/100

Peller Estates Private Reserve Chardonnay 2006 – Okanagan Valley 87/100

 

Serie 504 – 14 vini Francia Champagne:

Champagne Charles Heidsieck Brut Rosè1999 – Champagne 88/100

Champagne Vincent d’Astree Empriente du Temps Brut 2001 – Champagne 87/100

Champagne Bonnaire Blanc de Blancs Grand Cru Brut 2000 – Champagne 86/100

 

Serie 209 – 12 vini Francia Rossi:

Chateau Rougi 2006 Bordeaux 88/100

Chateau de Macard 2006 Bordeaux 87/100

Vieux Chateau Lamothe 2006 Bordeaux 86/100  

 

Serie 459 – 10 vini Grecia Rossi:

Domaine Hatzimichalis Vacchius Vinum 2004 Central Greece  90/100

Rapsani 2005 Thessaly Rapsani  87/100

Paleomenos Sabanis 2003 Sterea Ellada  86/100

 

 

Sabato 19 Aprile 2008   

 

Serie 046 – 9 vini Francia Bianchi:

Chateau Jeantieu Cuvee Prestige 2007 Bordeaux Graves de Vayres Blanc 89/100

Chateau de Fontenille 2007 Bordeaux Entre- deux-Mers 88/100

Chateau Sainte Marie 2007 Bordeaux Entre- deux-Mers 87/100

 

Serie 179 – 7 vini Francia Rosè:

Chateau de Fontenille 2007 Bordeaux Clairet 84/100

Chateau de Lisennes 2007 Bordeaux Clairet 83/100

Chateau Thieuley 2007 Bordeaux Clairet 83/100               

                                             

Serie 277 – 13 vini Francia Rossi:

Chateau Millegrand 2006 Languedoc-Roussillon Minervois Rouge 92/100

Domaine des Toureles 2006 Languedoc-Roussillon Minervois Rouge 90/100

Chateau de Paraza 2006 Languedoc-Roussillon Minervois Rouge 89/100 

 

Serie 376 – 10 vini Spagna Rossi:

Mont Marcal Extremarium Cabernet Sauvignon Reserva 2003 Cataluna Penedes 92/100

Duc de Foix Cabernet Sauvignon Reserva 2000 Cataluna Penedes 92/100

Vallformosa Reserva Tempranillo-Cabernet Sauvignon 2002 Cataluna Penedes 90/100 

 

Serie 379 – 11 vini Spagna Rossi:

Bru de Verdù 2005 Cataluna Costa del Segre 94/100

Bernat Oller 2005 Cataluna Pla de Bages 92/100

Abadal 3.9 2004 Cataluna Pla de Bages 91/100 

 

 

Domenica 20 Aprile 2008   

 

Serie 046 – 10 vini Greci Bianchi:

Savatiano 2007 Central Greece 90/100

Domaine Evharis Assyrtko 2007 Sterea Ellada 89/100

White Sebainis 2007 Sterea Ellada 88/100           

     

Serie 154 – 7 vini Lussemburgo Dolci:

Haremillen Auxerrois Vendage Tardive 2007 Moselle Luxemborgurgeoise 90/100

Domaine Zenner Riesling 2007 Moselle Luxemborgurgeoise 89/100

Domaine Zenner Riesling Vendage Tardive 2007 Moselle Luxemborgurgeoise 89/100      

 

Serie 277 – 15 vini Spagna Rossi:

Alfaraz Colheita Seleccionada 2005 Alentejo 90/100

Herdade dos Grous 2006 Alentejo 89/100

Comeda Grande Tinto 2005 Alentejo 88/100    

        

Serie 376 – 18 vini Francia Rossi:

Domaine de Cartujac 2006 Bordeaux Haut Medoc 90/100

Chateau Saint Ahon 2005 Bordeaux Haut Medoc 90/100

Chateau La Dame Blanche 2006 Bordeaux Haut Medoc 90/100    

 

Veramente interessanti i tours che nei pomeriggi hanno portato i giudici a prendere contatto diretto con gli chateau bordolesi. Dall’ Haut Medoc, Margaux, Listrac, Saint Julien, Pauillac, Sant Emilion, Pomerol, osservare la cura del particolare di queste realtà di cantina, poter testare vini di grande levatura sia in ultime annate che soprattutto in annate pregresse è stato molto stimolante. Questa bellissima parte di compendio del concorso mondiale di Bruxelles è stato un grandissimo valore aggiunto.

L’ultimo giorno il Presidente del Concorso Baudouin Havaux, nel corso del pranzo che ha celebrato la chiusura del tasting 2008,  ha presentato la sede concorso 2009, non a caso è stata scelta la Spagna, ed in particolare la città di Valencia. In onore della Spagna paese ospitante del prossimo anno, il menù del pranzo era esclusivamente spagnolo ed i vini in abbinamento erano, anzichè francesi, tutti di quelle terre. Al mio tavolo con i colleghi italiani abbiamo invitato una coppia di giudici spagnoli, i quali ci hanno orientato con grande calore nel testarne circa una quindicina in abbinamento alle varie pietanze.

Un gustosa anteprima della bontà dei prodotti di Spagna.

 

Per vedere anche le foto del Concorso Mondiale vai al link:http://xoomer.alice.it/luigisalvo/art_264%20concorso%20mondiale%20bruxelles%20di%20luigi%20salvo.htm

 

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La si può definire la madre di tutte le degustazioni di vini italiani, dei migliori nella loro miglior annata. Con il passare degli anni quella del 1997 è risultata essere una vendemmia straordinaria, tanto da essere definita “l’ultimo mito del Novecento”, ed i migliori dodici capolavori di questa bellissima annata sono stati i protagonisti dell’evento enoico più prestigioso degli ultimi anni, che si è svolto a Verona nell’ambito del 42° Vinitaly in collaborazione con Civiltà del Bere. 

Ho avuto il piacere di essere accreditato tra i giornalisti selezionati per questa degustazione orizzontale unica e irripetibile per la particolarità ed il valore dei vini proposti, dodici bottiglie preziose, reperibili soltanto ormai sul mercato del collezionismo, il cui valore complessivo è stato stimato in oltre 53.000 euro, e che ha visto la presenza dei più noti critici italiani ed internazionali, tra i quali, tanto per fare un nome, Hugh Johnson. I vini che sono stati scelti per il tasting, hanno fatto in questi anni il giro del mondo ottenendo gran successo di critica , conquistando i giudizi d’eccellenza delle più importanti guide italiane e straniere, i premi dalle più autorevoli riviste internazionali di settore tra le quali Decanter, Falstaff e Parker.

La rivista americana Wine Spectator, in occasione della sua ultima Wine Experience a New York aveva riunito otto di queste prestigiose etichette del ’97 trovabili sul mercato statunitense, ma in questa degustazione evento del Vinitaly si è riusciti a fare di meglio, presentando ben dodici vini che hanno visto crescere nel tempo le loro qualità organolettiche ed il loro valore commerciale. Un particolare plauso va a Pino Khail direttore di Civiltà del Bere inappuntabile ideatore e conduttore del tasting, che incontrato un mese prima nel corso di Sicilia en Primeur mi aveva preannunciato la sua gran soddisfazione per l’organizzazione di questa riunione che avrebbe destato grande interesse e sarebbe probabilmente rimasta a lungo nella memoria dei presenti.

Tutti i vini proposti sono stati presentati da rispettivi produttori, che hanno composto un parterre d’eccellenza: 

Santa Cecilia, Igt Sicilia 1997 Planeta – Menfi (Agrigento) Sicilia – Nero d’Avola 85%, Syrah 15 %  E’ Alessio Planeta con la sua modestia che da sempre lo contraddistingue ad introdurre  il primo dei vini in degustazione, dicendo “ringrazio Pino Khail per avermi chiamato a far parte di questo prestigiosa dozzina, è la prima annata di produzione del Santa Cecilia ed ammetto di aver avuto la fortuna del principiante” . Il vino nel bicchiere ad oltre dieci anni dalla vendemmia è in buona forma, dal naso intenso e di variegata complessità, nuances di frutti rossi sottospirito, mora e amarena, note di marasca, sottobosco e grafite, sopraggiungono poi delicate sensazioni balsamiche e minerali, legno tostato-vanigliato. In bocca di gran morbidezza, dal buon finale con ritorno di frutto, tannicità ricca e vellutata.  90/100

Montiano, Igt Lazio 1997 Falesco – Montecchio (Terni) Umbria/Lazio – Merlot 100% Il suo produttore Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale, afferma che questo vino ha influenzato tutta la sua carriera d’enologo, e che la prima annata di produzione è stata la ’93. Nel bicchiere mi appare di viva lucentezza, bellissimo colore granato, di consistenza. Grande intensità avvolgente al naso, con un susseguirsi di frutto, cannella e soffi balsamici. Bocca piena e lunga, nobilitata da tannini perfetti, un vino d’equilibrio tra sostanza e  morbidezza. 90/100  

San Leonardo, Igt Vigneti Dolomiti 1997 Tenuta San Leonardo – Borghetto all’Adige (Trento) Trentino- Cabernet sauvignon 85% , Cabernet Franc 30% , Merlot 10%. Il Marchese Carlo Guerrei Gonzaga racconta come Giacomo Tachis sia l’ideatore di questo vino ottenuto da tre vitigni internazionali, mentre dal ‘03 è Carlo Ferrini che lo fa nascere. Bellissimo e vivo il suo rubino con netti  riflessi granato, sviluppa un ampio corredo aromatico di frutti rossi sotto spirito, eucalipto, tabacco. In bocca è succoso, minerale con contrappunto vegetale, che in finale regala con il frutto un bell’equilibrio  92/100  

Sassicaia, Bolgheri Doc 1997 Tenuta San Guido – Bolgheri (Livorno) Toscana – Cabernet Sauvignon 85%, Cabernet Franc 15% Il vino mito per eccellenza il Sassicaia, è servito come la maggioranza dei vini in degustazione in bottiglia magnum, il cui valore annata ’97 è tra 800/1000 euro. Il Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta ripercorre la storia di questo vino che è diventato un modello, questa straordinaria annata è un gran capolavoro enologico di Giacomo Tachis. Incantevole granato di lucentezza e consistenza, naso turbinante di frutta rossa macerata, humus, tabacco, note balsamiche complesse, vaniglia sottile. Il palato è di gran finezza, tutte le componenti sono ben amalgamate, con un lungo minerale finale. 94/100  

La Poia, Igt Veronese 1997 Allegrini – Fumane di Valpolicella (Verona) Veneto – Corvina Veronese 100% Franco Allegrini, come tutti gli altri produttori che si avvicendano per presentare i loro vini, ringrazia il direttore di Verona Fiere Gianni Mantovani e Pino Khail per questo confronto. Il vino scende nel bicchiere in maniera vorticosa dal colore granato vivo, sfodera un bellissimo spettro olfattivo dalla confettura di prugna ed amarene, al tabacco, cacao, vaniglia e grafite. L’entrata in bocca è sontuosa, di complessità, con tannino dolce e mineralità di livello. Come per gli altri vini l’applauso nasce spontaneo 94/100

Poggio all’Oro, Brunello di Montalcino Docg 1997 Banfi – Montalcino (Siena) Toscana – Sangiovese Grosso 100% Ezio Viglierchio direttore generale della Banfi racconta di essere in azienda dall’anno ’97 e che questo è il primo vino aziendale che ha assaggiato, proprio quando era appena nato. Oggi è dal colore granato vivo e di consistenza, mostra un ampio ventaglio di profumi, eterei sentori di frutta nera, cuoio, tabacco, suadenti note di cannella, vaniglia e humus. All’assaggio colpisce per struttura ed equilibrio generale, con la componente morbida spalleggiata da fine tannino e lunghezza gustativa oltre la norma. 91/100  

Luce, Igt Toscana 1997 Luce della vite – Montalcino (Siena) Toscana – Sangiovese 50%, Merlot 50%  Il Marchese Leonardo Frescobaldi presenta questo vino di respiro mondiale nato dall’unione delle famiglie Frescobaldi e Mondavi, perfetta simbiosi tra il Sangiovese ed il Merlot. Il suo colore mi appare di sfolgorante “luce granata”, gran consistenza estrattiva. Lo scrigno olfattivo apre etereo su un pot porri di frutta rossa sottospirito, spezie, cacao. In bocca è di maggiore complessità, ricco di frutta, balsamo, tannini levigati, ampia vaniglia, in un lunghissimo e piacevole finale di cioccolato e mineralità. 93/100 

Turriga, Igt Isola dei Nuraghi 1997 Argioalas – Serdiana (Cagliari) Sardegna – Cannonau 85%, Bovale e Malvasia Nera  10%, Carignano 5%  Con puntiglio e precisione Franco Argiolas racconta il suo vino in maniera coinvolgente, del suo creatore Tachis e dell’attuale enologo Murru. Nel bicchiere mi appare concentrato, il naso è di un’intensità notevole, con frutta nera surmatura, spezie, tabacco, cioccolato e note fumé. Al palato si presenta di finezza e leggiadria, frutto e mineralità, con tannini dolci e fini e di lunghezza intrigante. 89/100

Monfortino, Barolo Docg 1997 Conterno – Manforte d’Alba (Cuneo) Piemonte – Nebbiolo 100%  Roberto Conterno fa gli auguri a tutto il vino italiano e non spende parole per il suo vino, d’altronde per elencare i premi ottenuti da quest’annata non basterebbe una pagina intera, il valore delle magnum che ci servono si aggira intorno a 700 euro bottiglia. Nel bicchiere è cristallino, dal suadente colore granato, al naso mostra grande stoffa, il profumo è intenso ed avvolgente, con sentori di mora e mirtillo surmaturi, mandorla, tabacco e note balsamiche perfettamente integrati con il rovere. Dal corpo ricco, eleganza e piacevolezza sono le sue doti al gusto, è dotato di un tannino dolce e maturo, chiude di lunga persistenza minerale, con deliziosa liquirizia. Grande classe e longevità.  95/100.  

25 Anni, Montefalco Sagrantino Docg 1997 Caprai – Montefalco (Perugia) Umbria – Sagrantino 100% Marco Caprai presenta il Sagrantino per eccellenza, nella sua miglior versione di sempre. Mi colpisce il vivace colore granato di gran concentrazione, dona una profusione di profumi sistemati su uno sfondo di frutta nera in confettura, cacao, tabacco essiccato, spezie dolci. Coerente in bocca, è opulento, un velluto compatto e muscolare di frutto e sapidità, con tannino fine d’esemplare maturità, deliziosa e marcante la lunga chiusura retrolfattiva.  93/100

Mazzano, Amarone della Valpolicella Doc 1997 Masi – Gargagnago di Valpolicella (Verona) Veneto – Corvina 75%, Rondinella 20%, Molinara 5%  Sandro Boscaini mette in luce la tradizione e nel contempo la ricerca stilistica e l’innovazione della sua azienda Masi, il tutto racchiuso nell’Amarone Cru, Mazzano. Nel degustarlo ho avuto l’impressione di ritrovare tutto il territorio dal quale proviene, di gran concentrazione, al naso effonde illusioni di dolcezza, fatte di frutto, spezie ed eterea basamicità. Al gusto, anche se di potenza alcolica riesce ad essere ben equilibrato dalla vena sapida finale  90/100  

Solaia, Igt Toscana 1997 Antinori – Firenze Toscana – Cabernet Sauvignon 75%, Sangiovese 20%, Cabernet Franc 5%  Albiera Antinori sotto lo sguardo attento di in sala del papà Marchese Piero, coagula l’attenzione dei presenti con estrema semplicità. Le  magnum di Solaia ’97 dalle quali ci servono il vino hanno la quotazione più alta mai raggiunta da questo vino, quasi 1000 euro al pezzo. Questo millesimo è sicuramente l’annata più interessante che ho bevuto, vi è ancora la presenza del Sangiovese che non si ritrova più dal ’02. Classe e finezza inondano il bicchiere, di bellissimo colore granato con netta presenza rubino, gran consistenza estrattiva, invitante naso poliedrico, di frutta nera surmatura, liquirizia, cannella, vaniglia dosata. All’assaggio lascia profondi sentori in progressione, dalla spiccata morbidezza, ad un tannino ed una mineralità d’equilibrio, fino alla splendida ed interminabile uscita.  95/100

Alla fine di questo straordinaria degustazione, nel pomeriggio ho in programma dei tasting presso gli stand di aziende del Veneto e del Trentino per la stesura di alcuni articoli, ma dopo aver assolto al primo incontro mi rendo conto che è meglio rimandare a domani le altre prove del bicchiere, i vini che adesso assaggio sembrano tutti sotto misura, il palato è fermo su un’altro calibro. Potenza di un tasting irripetibile.

 

Per vedere anche le foto dell’evento vai:

http://xoomer.alice.it/luigisalvo/art_260%20vini%20mito%201997%20di%20luigi%20salvo.htm

 

 

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Tutto quello che si è detto e scritto in questi giorni sullo scandalo del Brunello, (“la Procura di Siena indaga per frode in commercio su cinque grossi produttori di Montalcino, l’ipotesi è che quei produttori usassero tra il 10 e il 20% d’uve non Sangiovese nel loro Brunello, che invece in base al disciplinare deve contenere al 100 per 100 quel vitigno”) desta grande sconforto tra gli estimatori sia in italia che all’estero, di questo storico vino italiano, a Montalcino la preoccupazione dei tanti produttori che hanno sempre lavorato con diligenza ed onesta è enorme, si rischia di compromettere ed offuscare irrimediabilmente un simbolo, una significativa bandiera dell’Italia enoica.

La chiarezza produttiva è fondamentale, a maggior ragione nel caso di un prodotto alimentare di tale lignaggio, ma queste fughe di notizie ad indagini in corso, atte a creare scalpore, se non supportate da dati certi, rischiano di causare un danno difficilmente sanabile, non solo al Brunello di Montalcino, ma a tutto il comparto del vino minandone a fondo la credibilità.
E’ stato un tam tam di notizie: prima si è vociferato della presenza d’uve provenienti da altre regioni, poi ci si è limitati alla supposta presenza delle uve di vitigni internazionali.
Per tutti quelli che come me giudicano e criticano il vino, quest’ultimo dubbio non è certamente una novità, proprio alcuni mesi fa affrontai quest’argomento con un notissimo collega “guidaiolo” toscano, egli raccontandomi di centinaia d’assaggi di Brunello in cantina, mi confermò dubbi e preoccupazioni, ma privo di dati certi, mi sono guardato bene di scrivere su tale argomento, come d’altronde ha fatto anche lui.

Se da un conto i controlli in vigna ed in cantina sull’operato delle aziende sono fondamentali affinchè questi dubbi non assalgano chi si ritrova il vino nel bicchiere, e tutelino con certezza il consumatore finale, come mai questi compiti di controllo così importanti per la certificazione della qualità, sono stati affidati ai consorzi vitivinicoli, il cui organigramma è composto per lo più dai produttori e dagli enologi delle stesse aziende da controllare, e non a chi è scevro da interessi di parte ?
Non bisogna urlare “al ladro al ladro”, se si lascia una banconota di grosso taglio incustodita sul marciapiede, ovvero nel caso in questione, se nel territorio del comune di Montalcino si prevede la produzione di una DOC Sant’Antimo dai vitigni Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah e Pinot Nero, si è crea almeno la tentazione di poter correggerlo ed allungarlo il Brunello.

Per esperienza personale ho fatto parte di commissioni della Camera di Commercio, in qualità di tecnico degustatore per l’assaggio di alcuni vini DOC e D.O.C.G., ed è capitato di trovarmi in serio imbarazzo davanti ad alcuni campioni che hanno ottenuto la qualifica in commissione, anche se assolutamente organoletticamente difformi dai parametri fondamentali della tipologia.
Ecco perché condanno gli scoop facili, non approvo che si faccia cassa sulle spalle dei seri produttori del Brunello che sono certamente la stragrande maggioranza, e che subiranno un danno gravissimo da tanto “can can” mediatico. Il problema dei controlli è fondamentale, e non bisogna neanche tentare di sminuire la faccenda, affermare che questi sono seri ed organizzati e che quindi è solo un’esagerazione del momento e tutto rientrrà nella norma.
Bisogna, invece per il bene del Brunello, come di tanti altri vini italiani, pensarci prima, prima che la Guardia di Finanza accerti gravi irregolarità, prima che si diffondano a catena voci, indiscrezioni e subdole diffamazioni, bisogna prima rendere severi icontrolli, affinché tutto questo non avvenga, affinché un bene d’inestimabile valore, il vino italiano, sia tutelato a dovere e non  perda la faccia

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