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Archive for aprile 2011

La degustazione ufficiale di Vinitaly organizzata dalla rivista Civiltà del Bere in collaborazione con Verona Fiere è sempre un appuntamento di gran fascino. Quest’anno i dodici grandi vini presenti ed i loro relativi produttori sono stati “I Pionieri del Made in Italy”, ovvero quelli che hanno fatto la storia enologica d’Italia. Duecento selezionati degustatori, tra giornalisti, bayers ed esperti di settore di varie nazionalità hanno partecipato all’evento che si è svolto come sempre nella grande sala Argento del Palaexpo del Vinitaly ed hanno avuto l’opportunità di assaggiare in sequenza dodici vini simbolo.

La degustazione è iniziata in un’atmosfera particolare per il commosso ricordo dedicato allo scomparso Pino Khail, direttore di Civiltà del Bere ed da sempre abile conduttore di quest’evento, da parte del nipote Alessandro Torcoli, al quale ha fatto seguito il direttore generale di Verona Fiere Giovanni Mantovani “ Come sempre avevamo scelto insieme il titolo di questa degustazione ed oggi vogliamo ricordare la sua innata capacità di essere sempre pioniere». Piero Antinori ha espresso in nome di tutti i produttori la stima nei suoi confronti. «Il direttore Pino Khail lascia orfano tutto il mondo del vino italiano, ha avuto l’intuizione e la capacità di riuscire a creare uno spirito di collaborazione tra i produttori. È stato per quarant’ anni al servizio del vino con eleganza e gran signorilità, siamo certi che il suo lavoro continuerà in futuro grazie all’impegno di suo nipote, una  tradizione di famiglia».

WINE REALITY Web Tv: alcuni momenti del tasting nella grande sala Argento 

  

Il tasting si è snodato a partire dal Pinot Grigio Alto Adige Doc 2010 Impronta del Fondatore di Santa Margherita, un vino prodotto esclusivamente in acciaio, ricco al naso di note floreali, fruttate di mela e di note agrumate, dalla beva fresca e sapida.  L’amministratore delegato di Santa Margherita Ettore Nicoletto racconta  «Una delle tappe importanti nella storia del vino italiano è stata segnata proprio dal nostro Pinot Grigio, circa cinquanta  anni fa al suo arrivo nei mercati degli Stati Uniti ebbe subito un gran successo. L’Aquilis, Sauvignon Friuli Aquileia Doc 2009 è stato sicuramente una sfida vinta. Gianni Zonin ha ricordato«Quando giunsi a New York con un aereo ad elica il vino italiano doveva ancora conquistarsi il mercato. Il Sauvignon Aquilis è stata la nostra scommessa friulana per dimostrare come quella di Aquileia  fosse anche una terra di bianchi». Elegante, dal naso ricco di note fruttate e dal vegetale moderato, in bocca è fresco e lungo.  Il Montiano, Igt Lazio 2007 Falesco  è un Merlot in purezza elevato 12 mesi in barriques.  Nel bicchiere ha naso profondo di confetture, grafite, felce, tabacco, ed al palato è particolarmente morbido ed elegante. E’ presentato dal suo creatore Riccardo Cotarella «La Falesco è nata nel 1979, ricordo la delusione dei primi viaggi in Usa, mi dicevano che il mio vino era senza difetti,  per me era una grandissima offesa, perché ritenevo che invece avesse personalità».

Chiara Lungarotti introduce il Rubesco Riserva Vigna Monticchio 2005, Torgiano Rosso Riserva Docg , parlando con grande entusiasmo della sua terra e del suo vino «Giorgio fondatore dell’azienda insieme al suo amico Robert Mondavi s’impegnò a fondo per far conoscere agli Stati Uniti  la qualità del vino italiano». Il Rubesco è 70% Sangiovese e 30% Canaiolo fa 12 mesi di legno, ha naso dolce ed affascinante ed  in bocca è una setosa suadenza. Il Marchese Leonardo Frescobaldi racconta il suo Mormoreto, Igt Toscana 2007, mentre alle sue spalle scorrono antiche foto,  Nel 1970 si trasferisce per un lungo periodo negli Stati Uniti dove acquisisce una preziosa conoscenza dei mercati. Dal 1974 sviluppa una rete d’importatori e distributori che attualmente è presente  in circa 86 paesi nel mondo. «Essendo l’unico scapolo, fui inviato dai miei fratelli Vittorio e Ferdinando ad occuparmi dei mercati esteri, non è stato facile cambiare la mentalità degli importatori e farli passare da una visione commerciale del vino a quella individuale che valorizzasse le singole aziende di qualità». Il Marmoreto composto da Cabernet Sauvignon. 60%, Merlot 25%, Cabernet Franc 12% e Petit Verdot 3% è affinato 24 mesi in barriques. Dal bicchiere dona un’esplosione d’aromi raffinati e complessi, marasca, lampone, china, cioccolato e note mentolate. In bocca è di grandissimo registro e lunghissimo. Albiera Antinori è la maggiore delle figlie di Piero, ha presentato il Tignanello, Igt Toscana 2007 «E’  un vino che ha aperto nuovi orizzonti». Sangiovese 85%, Cabernet S. 15%, Cabernet F. 5% regala intensi aromi di amarene e ciliegie in confettura, tabacco, spezie, cuoio. Perfetta corrispondenza in bocca, con freschezza ed equilibrata morbidezza.  

Nicolò Incisa della Rocchetta parla del Sassicaia 2005, Bolgheri Sassicaia Doc Tenuta San Guido : «Nessuno prima di mio padre Mario aveva mai pensato di produrre in terra toscana un vino dal taglio bordolese, creato negli anni cinquanta, grazie all’intuizione di Giacomo Tachis che ne comprese le potenzialità evolutive, il Sassicaia, iniziò il suo percorso commerciale 1968» Composto da Cabernet Sauvignon 85% e Cabernet Franc 15% è affinato 24 mesi in barriques. Il poderoso ed elegante bagaglio odoroso è un mix di frutto, note speziate, soffi di legno e sandalo, ha bocca ricca di freschezza e tannino affusolato. Piero Mastroberardino presenta Radici 2006, Taurasi Docg, «La Mastroberardino ha 130 anni di storia, negli anni ’60 quando molti passarono a vitigni di alte rese, mio padre Antonio continuò il percorso intrapreso» Aglianico 100% affinato 24 mesi in barriques, ha naso autorevole di humus, mora, ciliegia nera, tabacco e grafite, il sorso è vivo di tannino nobile in equilibrio con calore e freschezza.  

Il Barolo Docg 2006 di Pio Cesare è presentato da Pio Boffa,«La nostra storia aziendale ha inizio con mio nonno un pioniere del Barolo, mio padre mi mandò in California a 16 anni a casa di Robert Mondavi e lì imparai molto dal punto di vista commerciale».  Questo Nebbiolo si esprime di ribes maturo, caffè, noce moscata al nas, in bocca ha tannino di gran pregio. Il Brunello di Montalcino Poggio all’Oro Riserva Docg 2004 Castello Banfi è rappresentato dall’italiano americanizzato di Cristina Mariani-May direttrice della Banfi Vintners: «Vivo negli Stati Uniti, la nostra azienda è leader nell’importazione di vini negli States, con Ezio Rivella abbiamo mandato il Brunello in tutti gli angoli del mondo» Questo Brunello Riserva nasce solo nelle grandi annate (85-86-88-90-93-95-97-99-04), la Riserva ’04 è un contenitore di terroir, profumi di sottobosco, goudron, tabacco, note mentolate. L’assaggio ripercorre la strada olfattiva, con una lunghezza fresco-sapida.

Sandro Boscaini presentando il Amarone della Valpolicella Costasera Riserva Doc 2005 Masi ha detto « L’Amarone ha la forza di essere un vino moderno dal cuore antico, è una bandiera del vino italiano, Wine Spectator lo ha definito “il gigante gentile che da illusione di dolcezza essendo un vino secco» Composto da Corvina 70%, Rondinella 15%, Oseleta 10%, Molinara5%, ha eleganza e finezza a profusione, naso di prugna, rose passite, eucalipto, vaniglia, spezie dolci perfettamente fuse. Gusto morbido di alcolicità, fitta trama tannica e spalla di viva freschezza. La chiusura del tasting è in dolcezza,  José Rallo con il suo figlio del vento, il Ben Ryé, Passito di Pantelleria Doc 2008 Donnafugata: « L’annata ’08 è la ventesima vendemmia, il mio primo Vinitaly fu quello del 1987 a quel tempo nessuno conosceva i prodotti di Sicilia, oggi il Ben Ryé lo si ritrova perfino nei fumetti dei cartoni manga giapponesi». Zibibbo 100% ha profilo olfattivo inebriante, albicocca disidratata, scorcia d’arancia candita, miele di zagara, note iodate, in bocca è una perfetta progressione di dolcezza, freschezza e sapidità. Onore ai pionieri del Made in Italy del vino.

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Tanto tuonò che piovve. Con una conferenza stampa Sabato 9 Aprile 2011 al Vinitaly presso l’area Business del Padiglione Sicilia sono stati presentati  in anteprima il disciplinare di produzione ed il Marchio di Qualità sul Nero d’Avola, iniziativa promossa dall’Istituto Regionale della Vite e del Vino allo scopo di valorizzare le caratteristiche di qualità dei vini Nero d’Avola non solo prodotti, ma anche imbottigliati in territorio siciliano.  Oltre 3 anni fa , il 24 Gennaio 2008, su Wine Reality e su alcune riviste cartacee  scrissi un pezzo “Nero d’Avola, adesso è il momento di tutelarlo”, della serie meglio tardi che mai. 

Che le garanzie sull’origine e l’imbottigliamento fossero elementi di fondamentale importanza per tutelare il vitigno principe siciliano era già ben chiaro, speriamo che finalmente questa tutela possa far recuperare il tempo perduto. Perchè ciò avvenga è necessaria  una massiccia adesione delle aziende produttrici di qualità, più saranno compatte nel recepire questo strumento di tutela e valorizzazione del Nero d’Avola,  più alto potrà essere il livello di protezione raggiunto per poter diversificare il comparto di qualità in modo chiaro ed evidente da chi fuori dalla Sicilia, ha abusato del buon nome dello  storico vitigno, imbottigliando vini sfusi di basso prezzo e realizzando un improprio vantaggio speculativo sulle produzioni e sulle aziende siciliane più attente. Il marchio “Nero d’Avola Sicilia Qualità”, troverà spazio quindi soltanto sulle etichette dei vini certamente prodotti da uve del vitigno che dovranno necessariamente essere imbottigliato sul suolo siciliano. Finalmente!!!

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