Era il Marzo del 2009 quando, nel corso della manifestazione Siclia en Primeur organizzata da Assovini Sicilia, entrando presto nel grande salone ancora vuoto dove le varie aziende siciliane esponevano i loro vini nei desk predisposti per l’incontro con la stampa, fui subito attratto da alcune bottiglie che non conoscevo, mi avvicinai e mi colpì subito che sul banco d’assaggio dell’azienda fosse esposta, con gran risalto, una quantità di terra gessosa prelevata dalle vigne.
In quell’occasione Baglio del Cristo di Campobello faceva il suo debutto presentando i suoi primi vini, nel corso di quegli assaggi mi fu subito chiaro che di quell’azienda se ne sarebbe parlato a lungo nei prossimi anni, nel bicchiere infatti c’era materia e passione e le persone che avevo davanti erano vere e genuine.
La famiglia Bonetta per tanti anni si è impegnata a coltivare la vigna in un luogo splendido a Campobello di Licata, vendevano le uve, poi la decisione di chiudere la filiera portando il frutto del loro lavoro in bottiglia.
Nel 2006 inizia la costruzione della cantina, la scelta dei nomi dei vini che mam mano nascono è ben ponderata ed è frutto del profondo legame con la loro terra e le loro tradizioni, come ama dire Carmelo Bonetta “abbiamo cercato di fare il meglio, noi siamo vignaioli che abbiamo sempre coltivato vendemmie”
Con due miei collaboratori del Giornale, Antonio Carullo e Vincenzo Bonomo, ci siamo recati a Baglio del Cristo di Campobello a trovare Angelo, Carmelo e Domenico Bonetta, era una bellisima giornata di sole dell’inverno agrigentino ed appena arrivati il primo pensiero di Carmelo è stato accompagnarci nel luogo dal quale trae origini il nome stesso dell’azienda.
Poco distante dall’Antico baglio vi è infatti il crocifisso che si erge in mezzo ai vigneti, da tempo meta del pellegrinaggio dei fedeli locali. Certamente toccante questo Cristo con le vigne a fare da sfondo, particolare il senso di pace che si respira.
A Baglio del Cristo sono trenta gli ettari vitati in cinquanta di proprietà, siamo ad un altitudine tra i 230 e i 270 metri s.l.m. ad ottocento dalla costa, il terreno riflette la luce del sole per la sua colorazione biancastra dovuta all’alta presenza di calcare e di gesso.
La moderna cantina ha tini da 110 ettolitri misto acciaio e legno di rovere francese che consentono un connubio tra la tradizione dell’affinamento in legno e la tecnologia dei silos in acciaio con rimontaggi, micro e macro ossigenazioni e controllo delle temperature.
La precisa interpretazione delle potenzialità delle varietà prima in vigna e poi in cantina secondo i dettami di un importante consulente enologo Riccardo Cotarella prevedono vigneti curati, attenti diradamenti, basse produzioni, pressature soffici, lunghe macerazioni, affinamenti sulle fecce fini, batonnages, controllo delle temperature e dell’evoluzione sia nelle botti che nell’acciaio.
L’anima dei vini è frutto della passione smisurata dei Bonetta per il loro lavoro, del trasmettere con orgoglio le potenzialità delle proprie terre, anche dei propri usi e costumi facendoli diventare motivo distintivo, tipico esempio è bellissima scelta dei tradizionali veli siciliani portati dalle donne per la creazione di una etichetta dei vini C’D’C’ Bianco e Rosso.
Prima delle due verticali, che ho chiesto di predisporre per poter valutare l’evoluzione di due dei più significativi vini da uve autoctone, Grillo e Nero d’Avola, abbiamo avuto modo di fare assaggiare tutti gli altri vini prodotti in ultima annata.
CDC Bianco 2012
Riuscitissimo blend da Grillo, Inzolia, Catarratto e Chardonnay, è fresco al naso ed in bocca, si fa bere mostrando succulenza di beva e scia frutto sapida. Vino dal gran rapporto qualità prezzo.
Adenzia 2012
L’unione di due autoctoni il Grillo e l’Insolia effonde dal bicchiere magnolia, pesca bianca, note di cedro. Dal sorso fresco e pieno, scorre di piacevolezza.
Laudari 2010
Chardonnay con breve passaggio in barriques, ha lucente colore paglierino con lievi riflessi dorati, naso di zagara, ginestra, frutta esotica, equilibrata vaniglia. In bocca è morbido per nulla ridondante.
CDC Rosso 2011
Alter ego del CDC Bianco è composto da Nero d’Avola, Syrah, Cabernet Sauvignon e Merlot, semplice al naso di frutti rossi e spezie, è caratterizzato dal sorso fresco e sapido.
Adenzia Rosso 2010
Blend di Nero d’Avola e Syrah si caratterizza all’olfatto per le note di marasca, mora, erba tagliata e spezie. Bocca vibrante nella quale i varietali dei due vitigni emergono in alternanza.
Lusirà 2011
Bell’espressione di Syrah elevato quattordici mesi in barriques. Rubino scuro, ventaglio olfattivo di prugne e more mature, spezie dolci, china, grafite. Bocca fresca ed evidente spina sapida che equilibra la morbidezza.
Le Verticali:
La Luci, in siciliano “la luce”, è il Grillo affinato per 4 mesi sui lieviti e 3 in bottiglia. Lo abbiamo testato in verticale in tutte le quattro annate prodotte dalla ’09 alla ’12.
La Luci 2009
La bottiglia ha etichetta azzurrina, diversa dalle successive annate. Nel bicchiere è luminoso oro chiaro, naso sfaccettato di ginestra, anice stellato, pesca gialla, note erbacee e minerali. In bocca morbido, profondo ed avvolgente, mostra lampi frutto/sapidi e una scia d’acidità sorprendente. 89/90
La Luci 2010
Vivo oro con riflessi paglierini, naso sullo stesso registro dell’annata precedente leggermente meno intenso con maggiore note erbacee. Bocca corrispondente sorretta da acidità fruttata, note di vaniglia e chiusura minerale. 87/100
La Luci 2011
Colore paglierino lucente, olfatto con in primo piano bouquet di fiori gialli, pesca bianca, note agrumate ed erbacee. Sorso ben coeso, fresco ed equilibrato. 88/100
La Luci 2012
Campione di vasca non ancora etichettato, è paglierino con rifessi verdolini, sprigiona intense sensazioni di glicine, pesca gialla, mela verde e sentori agrumati e di salvia. Giovanissimo, ha bocca citrina, freshissima e minerale. 86/100
“La Luci” è un Grillo di nuova concezione che riesce a donare gran piacevolezza nel bicchiere, partendo da una materia prima di qualità ed attraverso moderne tecniche di vinificazione si riescono a mettere in luce alcuni aspetti di questo vitigno fino ad una decina di anni fa poco valorizzati.
Verticale di Lu Patri, il Nero d’Avola, il suo nome in siciliano “il Padre” indica il capostipite in senso di rispetto. Deriva dalle migliori uve della varietà, è macerato per diciotto giorni ed è affinato quattordici mesi di barriques. Abbiamo degustato tutte le sei annate fin ora prodotte dalla ’07 alla ’12.
Lu Patri ‘07
E’ la prima vendemmia del Nero d’Avola in bottiglia. Nel bicchiere è luminoso rubino con riflessi granato, trama olfattiva intensa di mora e prugna in confettura, cuoio, cannella, salsedine e refoli balsamici. La bocca è giustamente morbida con equilibrate note fresco/sapide 88/100
Lu Patri ‘08
Fulgido colore rubino, all’olfatto con un bel ritmo rilascia sensazioni di ribes scuro, more mature, spezie dolci, erbe medicinali, cuoio e note vanigliate. Al palato gli estratti regalano buon equilibrio e solarità 87/100
Lu Patri ‘09
Sin dal rubino concentrato ed invitante mostra la sua stoffa, naso poliedrico e sfaccettato, ventata di more, cassis, prugna, tabacco scuro, liquirizia, eucaliplto, tocchi di canfora, spunti mentolati, tutti i sentori sono nitidi e nello stesso tempo ben espressi in verticale. Al palato ammicca con elegante “dolcezza” glicerica, ricco di freschezza e sapidità. 92/100
Lu Patri ‘10
Nel bicchiere ha veste rubino profondo, intenso all’olfatto si avvicendano confettura di marasca ed amarena, menta, cuoio, percezioni minerali e note speziate a cascata. Bocca potente e fine, splendida alternanza di calore, spina acida , tannini compatti e lunga persistenza frutto sapida. 90/100
Lu Patri ‘11
Campione di botte prelevato appositamente per la verticale. Luminoso colore rubino con riflessi porpora, naso intenso pieno di frutto, ciliegia nera, marasca, cassis, erbe aromatiche e spezie. Bocca fresca, con tannino piacevolmente presente. Vino dalle grandi potenzialità. 86/100
Lu Patri ‘12
Campione di vasca dalla luce porpora con riflessi rubino, avvicinando il naso al bicchiere la verticalizzazione del frutto fresco è intensissima. Bocca giovanissina, è “Lu Patri” che verrà. n.g.
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