L’ottava edizione di Sicilia en Primeur ha permesso ai giornalisti di assaggiare oltre 350 vini di tutte le zone vinicole dell’isola, un panorama enologico variegato e dalle matrici profondamente diverse. Le 37 aziende Assovini che hanno partecipato all’edizione di quest’anno, in generale cercano di applicare una costante ricerca in vigna ed in cantina, si rinnovano per stare al passo con i tempi, propongono vini di nuova concezione che però mantengono uno stretto legame con il territorio e la sua storia. Il segreto è ottenere la piacevolezza di beva e nello stesso tempo la riconoscibilità dei vitigni d’origine nel bicchiere.
WINE REALITY Web Tv: Sicilia en Primeur la parola ai produttori
Nel corso dell’intenso lavoro di tasting i bianchi della vendemmia 2010 hanno mostrato grandissime potenzialità da tutti i vitigni ed in particolare dagli autoctoni Catarratto, Grillo e Carricante. Anche diversi internazionali, con in testa lo Chardonnay, hanno evidenziato meno concentrazione e legnosità proponendosi più freschi e di fruttuosità. Nei rossi la riduzione delle concentrazioni e la maggior finezza gustativa sono ormai ben presenti nella maggior parte dei vini, sia dagli autoctoni Nero d’Avola e Nerello Mascalese, che dagli internazionali, fra i quali emerge il Syrah. Ecco i 10 vini più interessanti:
Che l’uva Catarratto oggi dia vini di livello ho avuto la costanza di sottolinearlo più volte. Ha bell’espressività il Catarratto Isula ’10 di Caruso & Minini, pieno all’olfatto ed al gusto degli aromi tipici del vitigno. Le uve Grillo raccolte al giusto grado di maturazione e vinificate con le moderne tecnologie donano vini veramente piacevoli e godibili, il Grillo Mozia ’10 di Tasca d’Almerita è affascinante al naso e perfettamente corrispondente all’assaggio. Tra i tanti Carricante dell’Etna, tutti di buon livello, mi piace definire un fuoriclasse il Carricante A’ Puddara ’09 di Tenuta di Fessina, in uscita nel prossimo mese di Giugno, fermentato in botte grande evidenzia viva freschezza, pienezza e mineralità, è pronto a sfidare il tempo. Lo Chardonnay Haermosa ’09 di Masseria del Feudo, originariamente nato tutto in barriques, è nuovo sia nel metodo produttivo (70% acciaio 30% barriques) sia nell’elegante veste grafica dell’etichetta, un internazionale di giusta complessità, espressione piacevole vicina alle richieste del mercato. Tra i vini rossi, il vitigno principe siciliano Nero d’Avola delle bottiglie delle aziende Assovini, che certamente sono tra le più attente nel panorama siciliano a produrlo rispettando la matrice originaria del vitigno, riesce a dare interessantissime espressioni; al naso ed in bocca è particolarmente fresco ed accattivante proposto in unione con il Frappato nel SP68 Rosso ’09 di Arianna Occhipinti, un vero prodotto di territorio e di personalità. E’ un Nero d’Avola tutto frutto, amarena, ribes, mora, puntellato da note di cuoio e cioccolato Lu Patri ’08 Baglio del Cristo di Campobello, pieno di freschezza e struttura. Espressione complessa il Nero d’Avola 3 Carati ’06 di Avide nel quale il frutto tipico del vitigno si unisce a sensazioni speziate dolci, minerali e di giusta vaniglia in un lungo finale. Il particolare ed unico terroir dell’Etna svetta nel Nerello Mascalese in purezza Quota 600 ’08 di Graci, ricco al naso ed al palato di note eleganti di mora, amarena, menta selvatica e speziatura dolce. Mi è particolarmente piaciuto per le sue caratteristiche peculiari tipiche del vitigno coltivato in terra isolana, il Syrah Kaid ’08 di Alessandro di Camporeale, fresco e morbido all’olfatto ed al sorso, una perfetta miscellanea di frutto e spezie. Tanti, davvero tanti, i vini dolci di gran freschezza e bevibilità, fra tutti mi entusiasma in modo particolare il Moscato della Torre ’09 Marabino, Doc Moscato di Noto elegante ed intenso di fiori di zagara, pesca gialla, miele d’acacia, note agrumate, in bocca fresco e rotondo. A voi adesso la scelta e l’assaggio.
Non li conosco tutti ovviamente, ma in particolare mi incuriosisce scoprire sp68 di Occhipinti, un’azienda che ho letto si impegna a rispettare in modo particolare il teritorio ed ha chiudere la filiera della coltivazione biologica.
La Sicilia è la prima regione europea per superficie coltivata con metodo biologico, peccato che la trasformazione e quindi la fetta maggiore di valore aggiunto, si realizza in altre realtà industriali, alimentando le filiere e le realtà manifatturiere di altre regioni, relegando, dunque il nostro ruolo a semplici fornitori di materia prima.
Che curiosità che mi hai messo con il Carricante di Fessina!!!!:-)
Tutti vini di rilievo me ne manca qualcuno all’assaggio, certo le annate sono quelle nuove, i prodotti di AVIDE sono tra i più interessanti ma poco chiaccherati non credi?
Ha secondo me focalizzato al meglio cosa un produttore deve fare per porre il vino nel mercato nella maniera migliore:
“Il segreto è ottenere la piacevolezza di beva e nello stesso tempo la riconoscibilità dei vitigni d’origine nel bicchiere”, a questo va aggiunto secondo me dare un prezzo al vino con un buon rapporto con la qualità.
Finalmente noto (dal tuo servizio video) che le aziende siciliane pongono più attenzione al pakaging, alla comunicazione in generale ed alla valorizzazione del prodotto a prima vista.
C’è certamente nei migliori vini che hai selezionato una cura nelle etichette oltre che la qualità del prodotto.
Complimenti per i suggerimenti dei vini.
@francesco di stefano
non so cosa intendi per chiaccherati, ma sicuramente sono vini ben fatti.
Il Moscato di Noto Marabino non l’ho mai assaggiato, qui a Milano in enoteca mi chiedono sempre il passito di Pantelleria, lo proporrò sicuramente.
Luigi, grazie del suggerimento per Lu Patri, lo abbiamo preso per la cena con i colleghi tedeschi è stato apprezzato.