Dopo oltre dieci anni di dibattiti e proposizioni varie in un giorno d’estate di calura romana nel corso di una riunione che si è svolta il 23 giugno il Comitato nazionale vini Doc ha approvato con voto unanime il disciplinare della Doc Sicilia, è stato anche modificato il nome della Igt Sicilia che d’ora in poi prenderà il nome Terre Siciliane. Le nuove Doc e Igt si potranno utilizzare già dalla prossima vendemmia 2011. L’iter ora prevede la pubblicazione dei relativi disciplinari sulla Gazzetta Ufficiale.
Il concetto di Doc ovvero “Denominazione di origine controllata” dovrebbe focalizzare una zona viticola particolarmente vocata con particolari e precise caratteristiche di “terroir”, ovvero particolari condizioni pedologiche e colturali (esposizione alla luce, composizione del suolo, altitudine, presenza d’escursioni termiche, vicinanza di corsi d’acqua, metodo di potatura ed allevamento della vigna, criteri stabiliti ed omogenei di vinificazione ed affinamento) che creino le condizioni per l’originalità dei vini prodotti in un determinato luogo.
Questa Doc Sicilia così generica massifica le produzioni, permette l’imbottigliamento anche fuori dalla regione Sicilia, da vita ad un vino base regionale il cui valore è tutto da dimostrare, d’altronde la qualità di un vino non s’impone per decreto e non può arrivare dall’applicazione di un disciplinare così generalista. Francamente mi fanno sorridere certe frasi d’elogio “L’obiettivo della “Doc Sicilia è unire nelle diversità”, e poi sono curioso di vedere quante tra le aziende più attentente alla qualità aderiranno a questa Doc, se proprio devo trovare qualcosa di positivo probabilmente l’unica nota interessante è che sarà possibile menzionare il nome Sicilia anche nelle Doc esistenti, ma se questo aiuterà ad allargare il mercato è tutto da vedere.
Articoli precedenti di Luigi Salvo su Doc Sicilia:
Doc Sicilia, opinioni a confronto – DOC Sicilia, un grande calderone poco utile
Non capisco a cosa potrà servire questa Doc, ma sono curioso di vedere l’adesione delle aziende.
……una pazzia inutile.
Se tanti produttori l’hanno voluta un motivo ci sarà, certo che l’omologa Doc Piemonte è stata un flop, avrebbero dovuto considerarlo, a meno che ( non vorrei malignare) non guardino soltanto alla possibità di attingere ai fondi comunitari per la promozione.
Se ne parla da anni e poi così all’improvviso è passata.
Non mi convince.
Da Produttore sono sempre stato contrario. Credo che in questo ambito siamo molto indietro e invece di andare avanti si indietreggia.
Già non condivido la DOCG, che sembra che assuma una posizione sempre più politica, in più ora si fa DOC tutto, anche se un vino è ottenuto da uve di zone, dove l’uva è l’ultima arrivata!!
hanno ragione i francesi quando dicono che solo in Italia è necessario GARANTIRE la denominazione d’origine….
Pierpaolo
e’ comunque un modo per dare risalto a questa terra cosi povera di iniziative ma ,corrotta e impoverita da anni di gestioni pseudo mafiose,che altro non fanno che far fuggire via uomini e donne ,giovani con tanto amore per il territorio ma impauriti da questo cancro.Crancro purtroppo a volte incrementato da questa nostra stupida politica.Quindi ben vengano queste inziative,condivido non necessarie per il settore ma, utili per un maggior controllo….forse in FRANCIA,tutto e’ diverso… e queste cose sono INUTILI!!