Le città italiane sono piene di mega cartelloni pubblicitari con offerte di prodotti scontati, m’ imbatto in uno di questi che attira la mia attenzione mostra una bottiglia di Nero d’Avola in vendita in un ipermercato al costo di 1 euro, leggendo non posso che strabuzzare gli occhi, ci risiamo la mortificazione del vitigno principe siciliano (in termini di qualità e prezzo) ormai si ripete continuamente ed è al massimo livello! Non si tratta più soltanto di inficiare l’idea qualitativa che lentamente i più seri ed oculati produttori siciliani di Nero d’Avola ( Feudo Montoni, Gulfi, Morgante, Cos, Marabino, Avjde, per citarne qualcuno) hanno costruito in questi anni, ma ormai di un suicidio del vino siciliano causato dall’assoluta mancanza di norme che tutelino il vitigno simbolo.
Quanto Nero d’Avola può essere presente in bottiglie dal simile costo ? Tenendo conto di bottiglia, tappo, capsula, etichetta e trasporto com’è possibile che a quel prezzo vi sia qualcosa di potabile dentro ? Il consumatore che per sua scelta o fortuitamente ha la sventura di accostare le proprie papille gustative a questo vino che idea potrà farsi del Nero d’Avola? La grande distribuzione è una realtà invadente, di grande impatto, da alcuni anni si è dotata di ampi spazi per il vino, creando zone-enoteche piene zeppe di bottiglie di fascia medio-bassa, in questi luoghi è cresciuto il numero delle etichette che riportano a caratteri cubitali la scritta Nero d’Avola Indicazione Geografica Tipica Sicilia , pensate quelle che lo dichiarano in purezza vendute ad prezzo compreso tra 1 e 3 euro sono circa una cinquantina. Vini imbottigliati in Sicilia ma spesso al Nord Italia e molti di questi si apprestano, con gran probabilità, a diventare D.O.C. visto che l’ultimo iter della legge d’istituzione della generalista DOC Sicilia prevede anche l’imbottigliamento al di fuori della regione. Nero d’Avola un nome non una garanzia, che dire chi è causa del suo male pianga se stesso.
Leggi anche questo articolo:https://winereality.wordpress.com/2008/01/24/nero-davola-adesso-e-il-momento-di-tutelarlo/
Sai Luigi, che oltre al consumatore della GDO questi vini spesso si vedono in ristoranti e alberghi a 5 stelle!!! mi costa personalmente a me questo fatto in quanto lo scorso anno andai in un noto hotel a 5 stelle di Palermo e quando presi l’appuntamento per telefono con l’economo, mi disse di avvicinare solamente se nel mio portafoglio avevo prodotti che non costassero più di € 1,85 !!!! rimasi stupito da quella telefonata perchè non potevo pensare mai che determinati clienti ricerchino solamente il prezzo e non la qualità.
Ma come è possibile che voi siciliani non tutelate ciò che avete di buono ?
E’ da restare esterefatti!!
Vedo spesso i carelli nei supermercati con dentro diverse bottiglie di questo spessore, diciamolo francamente queste creano un grande danno ai vini siciliani di qualità.
Purtroppo accade adessso di trovarle anche in enoteca ad esempio qui in Veneto, magari prezzati un po più cari ma chi ha naso si accorge subito dalle etichette che razza di porcheria sono.
Quando arrivo a casa di amici e mi ritrovo sulla tavola vino come quello della foto mi si rivolta lo stomaco e magari mi sento anche dire l’ho comprato ad ottimo prezzo era in offerta!!!!!!!
Tutti i produttori veri di Nero d’Avola, oltre che puntare come già fanno sul nome del loro vino più che sulla scritta Nero d’Avola, per restare sui produttori che tu hai citato ovvero il Vrucara, Nero Buffaleffj, Don Antonio, Contrade Labirinto, Archimede, 3 Carati, farebbero bene a puntare i piedi per una legge che tuteli questo vitigno e le sue caratteristiche fondamentali.
Luigi credo che sia giusto farti pubblicamente non solo i complimenti per questo problema che hai affrontato e per il dibattito che hai aperto, ma perchè sei uno dei pochi che fa comunicazione nel mondo del vino in maniera chiara e diretta, non si trincera dietro posizioni di comodo e solleva i veli che coprono le varie magagne.
Grazie ancora
Vergogna a tutte quelle facce di bronzo che continuano a spacciare per Nero d’Avola del vinazzo!!!!
…..ma si facciamoli DOC questi vini, ma poi non lamentiamoci che le vendite continuano a calare.
A proposito della situazione drammatica del Nero d’Avola posto questo pezzo scritto da Carlo Ravanello su Italia a Tavola, che deve far riflettere.
Il riposizionamento del Nero d’Avola nei grandi magazzini di Dublino.
Quello che però ci ha lasciato assolutamente interdetti è stato quanto abbiamo potuto vedere nello store della Marks & Spencer, una delle massime firme della Gdo della Gran Bretagna, mentre i vini friulani, veneti, piemontesi e toscani si presentavano con una firma di partenza, propria e ben chiara ab origine, il Nero d’Avola si presentava come un non meglio identificato vino siciliano, probabilmente proveniente dagli imponenti enopoli della Sicilia occidentale ed expertly blended (sic!) dalla stessa Marks & Spencer, che non esitiamo a pensare sia stato acquistato nella nostra benamata Isola del Sole a un prezzo non distante da quei 18 euro a ettolitro denunciati da Angelo Maci, ambasciatore delle Città del vino, su Wine News.
L’esorbitante prezzo di partenza, 11,99 euro, è stato brutalmente ridotto di ben 5 euro in poche ore ricalcando la già sospetta labilità della linea produttiva (anche perché sarebbe appena il caso di ricordare che con 18 euro si possono produrre circa 133 bottiglie da 750 cc di “expertly blended sicilian wine”!).
È evidente il danno di immagine che arriva da questo tipo di offerta, che colpisce inevitabilmente a pioggia e danneggia da un lato il marchio e/o il territorio e dall’altro le aziende che hanno speso un grande lavoro, oltre a notevoli risorse, arrivando a rendere ingiustificato il loro posizionamento di prezzo. Certo, scontistica spinta, promozioni selvagge da parte soprattutto della grande distribuzione (rese però possibili a monte da aziende compiacenti), veri e propri fenomeni di dumping più o meno velati sono elementi di ulteriore condizionamento di un mercato già difficile e, talvolta, di vera e propria concorrenza sleale e rischiano di fare danni recuperabili soltanto con un paziente, lungo e per nulla certo lavoro di “ri-riposizionamento” dei prezzi delle nostre etichette».
Ho bevuto un vino(si fa per dire) dal nome Nero d’Avola Sicilia IGT Nobili di Trinacria imbottigliato a Lecco, (si avete letto bene Lecco)..
Note di degustazione: imbevibile
Quello che succede per il Nero d’avola accade anche a tanti altri vini italiani, forse però voi Siciliani amate farvi del male a tutti i costi, non sapete valorizzare i vostri patrimoni, in questo caso il rischio è alto, i consumatori a poco a poco si stuferanno di queste schifezze che ci sono in giro ed il Nero d’Avola continuerà a perdere terreno e mercato.
Vivo in Germania e mi è capitato di comprare ad Hannover un Nero d’Avola a 0,80 euro alla bottiglia di 0,75 ml di una ditta di Verona dal nome Corti Viola.
Io conosco il Nero d’Avola buono ma chi non ha la conoscenza crede che sia quello.
Ciao Lu,
bel pezzo… lascia l’amaro in bocca ma purtroppo è la realtà che viviamo ogni giorno (almeno io la vivo quotidianamente nel mio campo, ovvero l’olio evo – extra vergine di oliva -)
credo che non basti indignarsi per pubblicità come questa, credo che la prossima volta che ti capita una pubblicità di queste dovresti andare al supermercato, acquistarlo e recensirlo senza alcuna pietà.
Anzi, perché non crei una rubrica “Imbevibili”? Scommetto che sarebbe seguitissima!!!
Ale
Sono un importatore-distributore di vini in Giappone, da un po di tempo anche qui vi sono difficoltà a vendere vini siciliani di ottima qualità, i Nero d’Avola quelli più conosciuti ed importanti non hanno i giusti ordini, piazzo con facilità un vino a basso costo sconosciuto in Sicilia il Nero d’avola Torre Saracena eccovi il link http://www.partywine.com/shop/g/g000010010077500/
Ho una piccola azienda i provincia di Agrigento , produco del nero d’avola da tre ettari circa e quest’anno lo metterò in bottiglia. La ringrazio sentitamente per aver sollevato questo problema che è quello che mi ha spinto a non avventurarmi nel tradurre fin ora in bottiglia la mia passione per la mia terra.
Ho alberelli di Nero d’Avola impiantati circa 50 anni fa, le uve coltivate in maniera tradizionale da sempre le cedo ad una grande azienda affermata che le utilizza al meglio. Non è facile entrare in un mercato così selvaggio ed inficiato da tanti prodotti che rovinano ed infangano tutto quello che di buono e con dedizione attenti piccoli produttori compiono, che tipo di competizione è possibile andando a produrre una bottiglia da otre 10 euro, perchè questo è il prezzo di un buona bottiglia che può creare un piccolo produttore, un vero nero d’avola tranne che si decida di rimetterci le spese.
La situazione di questo vitigno che in alcuni vini è stupendo vedi i crù di Gulfi, il Vrucara di Feudo Montoni, il Saja di Feudo Maccari ed altri ) è veramente drammatica, ci si imbatte in prodotti che definire lontani da quest’uva, inbevibili, pazzeschi è una nota di merito.
Luigi bisognerebbe stendere ed incollare su quel pannello che pubblicizza il Nero d’avola ad 1 euro i fogli bianchi che si mettono per coprire il volto dei politici nei cartelloni della parte avversa durante la campagna elettorale!!!! aaahhhh!!!!
Sono tutte le cantine che in Sicilia ammassano uve scadenti e producono mosti pessimi che imbottigliano o vendono ad aziende del Nord che permettono l’esistenza di questi prodotti ed anche le istituzioni che non lo impediscono che questi vini si possano freggiare della scritta Nero d’avola hanno una grande responsabilità.
@maurizio
purtroppo non sono solamente imbottigliatori del nord che vendono questo tipo di nero d’avola ma anche produttori siciliani….uno molto famoso che fa questi prezzi così bassi si trova nelle Madonie
Io vivo in Olanda, e vi assicuro che ne vedo di tutti i colori, specialmente nella GDO, vini a prezzi stracciati, imbottigliati da cantine sconosciute. E vi assicuro che ne conosco davvero tantissime di cantine. Comunque non sono solo i vini siciliani ad essere “maltrattati”, ma anche quelli di altre regioni italiane. Il problema è che alcune volte ci si mettono anche cantine molto note a fare prezzi stracciati alle GDO. Business is business!
Grazie grazie ed ancora grazie Sig. Salvo per avere esposto un reale e grave problema che gli adetti ai lavori non tengono nella giusta considerazione, che fingono di non vedere che non capiscono che sta rovinando il comparto vinicolo, riduce le vendite, rovina e azzera l’impegno di tutti coloro che lavorano seriamente.
Buongiorno, vi scrivo da Mallorca.
Leggere questo articolo fa davvero male, molti commenti dicono comunque la verita´, non capisco perche´la Sicilia permetta questo.
Io ho una enoteca italiana, vendo molto nero d´avola, sopratutto de i Gulfi e Firriato, la maggior parte dei tedeschi conosce Regaleali, io non lo trovo cosi speciale.
Per fortuna che qui non troviamo nei supermercati questo scempio, ma io personalmente non comprerei mai una bottiglia ad un euro, ma cosa speriamo di trovarci dentro? vino?ma per cortesia. La colpa é anche delle cantine, qui succede con i vini spagnoli, una cosa vergognosa!!!!!!!!
E comunque non succede solo con il nero d´avola, putroppo!!!!!!!! Lottiamo per i nostri vini.
Ho da poco aperto una un enoteca a Torino e mi sono stati proposti vini mediocri e tanti di questi erano Nero d’Avola, mi dispiace sottolinearlo ma è la realtà.
Grazie a Franco Ziliani che con le newsletter di sommelier.it segnala le notizie più interessanti sul vino apparse negli ultimi sette giorni sul Web ho letto questo articolo, la situazione del Nero d’Avola è del tutto particolare e non la si può che definire grave, è un gran peccato perchè sono tanti i vini di buon livello da questo vtigno che si producono.
Ricordo con gran piacere quando ammiravo il Duca Enrico tanti anni fa e poi ritrovai nel Santa Cecilia di Planeta tanta espressività di quest’uva.
Voi siciliani dovete tutelarlo!!!!
Rimanendo in tema di prezzi low cost e qualità scarsa, proprio oggi mi è arrivata una richiesta dall’Inghilterra per Merlot e Chardonnay di Sicilia al prezzo massimo di € 1,45 incluso il trasporto in Italia. Inoltre il mio cliente mi ha mandato una fattura emessa da una nota e quotata azienda del palermitano che vende la stessa tipologia di vini su i prezzi da loro indicati. Ma è normale che si debba vendere dell’acqua colorata? Perchè credo che a questi prezzi si possa comprare solo dell’acqua colorata e non vino.
Il nero d’avola di morgante e’ un ottimo vino a un prezzo decisamente basso. Io lo preferisco che tanti altri piu’ cari. Complimenti per il produttore . Continui cosi’ la prego!!!!!!!
io sono stato dalle parti di licata, ho bevuto un buon nero d’avola. chiaramente non pubblicizzato e non delle cantine più rinomate. non sono un sommelier, ma vi garantisco che la mia esperienza sul campo me lo ha fatto apprezzare e molto.
tra quello venduto al supermercato a € 1 a bottiglia e quello più nobile venduto a 27 € la bottiglia esiste una forbice che nella considerazione pone molto male per il nero d’avola.
in alto e in basso vi sono sempre delle esagerazioni.
come può, il vero cultore del vino, alla quale schiera mi inserisco, accedere a bottiglie di € 27; vero è che con 1 € non si compra tappo bottiglia ecc, ma con 27 € pur volendo giustificare la preziosità del nettare e come alcuni di voi sostengono “sapore di cacao” è pure una forzatura.
esagerazioni entrambe.
franco
Beh da consumatore attento e scrupolo di vino, ed essendo un Siciliano convinto e fiero, poichè la mia terra è terra di storia e della storia fa parte il vino che, in queste terre è prodotto da secoli. Questo fenomeno mi rattrista molto, anche perchè queste grosse catene mirano solo e soltanto ai numeri, e con questi fantomatici vini, di dubbia provenienza, non fanno altro che denigrare l’immagine ed il lavoro di chi produce questa leggendaria bevanda. Questo fenomeno è alimentato anche da una cattiva comunicazione sul prodotto doc e dall’ignoranza del consumatore, che oggi sempre più, guarda il prezzo non la qualità. Stappando una bottiglia, di quelle vendute nei grossi discount, si assapora di tutto tranne che un vino. E’ come la faccenda dei cannoli siciliani fatti nel resto dell’Italia, per citare un esempio, che non sono il prodotto reale ma una volgare imitazione contraffatta che, una volta gustata da un turista, viene memorizzata con quella qualità e quel sapore, facendo un danno immane al prodotto vero e tradizionale. Bisognerebbe vigilare ed impedire che vere e proprie opere d’arte, come il vino vero, vengano depredate come le statue nel museo di Mosul per mano degli estremisti islamici. La storia viene sempre salvaguardata e protetta poichè un bene dell’umanità. Beh…il vino è storia!