Robert Parker su “The Wine Advocate” ha redatto la classifica 2008 dei migliori vini italiani, suddividendola in due sezioni distinte, l’Italia del Nord e quella Centro Meridionale, allo scopo di evidenziare e tener conto delle sostanziali differenze dei territori delle varie zone di produzione. La classifica accorpata vede ai primi dieci posti solo vini piemontesi. Beati i presenti tra i cinquanta !!!!
99 punti: Bruno Giacosa Barolo Riserva Le Rocche del Falletto 2004
98 punti: Angelo Gaja Sorì San Lorenzo 2004
98 punti: Bruno Giacosa Barbaresco Riserva Rabaja 2001
98 punti: Bruno Giacosa Barbaresco Asili (Red Label Riserva) 2004
98 punti: Giacomo Conterno Barolo Riserva Monfortino 1999
98 punti: Luciano Sandrone Barolo Cannubi Boschis 2004
98 punti: Roberto Voerzio Barolo Sarmassa di Barolo 2004
97 punti: Angelo Gaja Sori Tildin 2004
97 punti: Bruno Giacosa Barbaresco Rabaja 2004
97 punti: Bruno Giacosa Barolo Riserva Le Rocche del Falletto 2001
97 punti: Domenico Clerico Barolo Ciabot Mentin Ginestra 2004
97 punti: Elio Altare Barolo Brunate 2004
97 punti: Giacomo Conterno Barolo Riserva Monfortino 2000
97 punti: Giacomo Conterno Barolo Riserva Monfortino 1998
97 punti: Roberto Voerzio Barolo Brunate 2004
97 punti: Roberto Voerzio Barolo Cerequio 2004
97 punti: Tenuta dell’Ornellaia Masseto 2004
96 punti: Angelo Gaja Sperss 2004
96 punti: Avignonesi Vin Santo Occhio di Pernice 1995
96 punti: Bruno Giacosa Barbaresco Asili (Red Label Riserva) 2000
96 punti: Bruno Giacosa Barolo Falletto 2004
96 punti: Cerbaiona Brunello di Montalcino 2001
96 punti: Conterno Fantino Barolo Sorì Ginestra 2004
96 punti: Domenico Clerico Barolo Per Cristina 2004
96 punti: Fontodi Flaccianello della Pieve 2004
96 punti: Giacomo Conterno Barolo Cascina Francia 2001
96 punti: Luciano Sandrone Barolo Le Vigne 2004
96 punti: Luigi Pira Barolo Vigna Rionda 2004
96 punti: Antinori Solaia 2004
96 punti: Paolo Scavino Barolo Rocche dell’Annunziata Riserva 2001
96 punti: Paolo Scavino Barolo Bric del Fiasc 2004
96 punti: Petrolo Galatrona 2004
96 punti: Paolo Scavino Barolo Rocche dell’Annunziata/Torriglione 2004
96 punti: Roberto Voerzio Barolo Sarmassa di Barolo 2001
96 punti: San Giusto a Rentennano Percarlo 2004
96 punti: Vietti Barolo Rocche 2004
95 punti: Dettori Rosso 2004
95 punti: Fattoria Galardi Terra di Lavoro 2004
95 punti: Montevetrano Montevetrano 2004
95 punti: Passopisciaro Franchetti 2004
94 punti: Arnaldo Caprai Sagrantino di Montefalco 25 Anni 2004
94 punti: Dettori Tenores 2003
94 punti: Feudi di San Gregorio Taurasi Riserva Piano di Montevergine 2001
94 punti: Sportoletti Villa Fidelia 2004
94 punti: Salvatore Molettieri Taurasi Riserva Vigna Cinque Querce 2003
94 punti: Salvatore Molettieri Taurasi Vigna Cinque Querce 2004
94 punti: Milziade Antano Montefalco Sagrantino Colleallodole 2004
94 punti: Benanti Passito di Pantelleria Coste di Mueggen 2002
Credo sia interessante e vi faccio partecipi della “power list”, ovvero la lista del potere del vino mondiale, comprende i primi cinquanta nomi in elenco, è chi è al primo posto? C’è lui, Robert Parker, è evidente come un gran punteggio dato da lui ad un vino, può cambiare la storia di un azienda. In questa speciale classifica sono presenti tre italiani.
1. Robert Parker (Usa), wine journalist
2. Mel Dick (Usa), Vizepräsident der Southern Wine & Spirits of America
3. Richard Sands (Usa), Vorsitzender und Ceo Constellation Brands
4. Trevor O’Hoy (Aus), Ceo Forster’s Group
5. Richard Evans (Usa), Präsident und Ceo Alcan Inc.
6. Patrick Picard (F), Vorsitzender und Ceo Pernod Ricard
7. Joseph Gallo (Usa), Präsident und Ceo E&J Gallo
8. Michel Rolland (F), Weinberater
9. Jancis Robinson (Gb), Autorin, Journalistin und Beraterin
10. Annette Alvarez-Peters (Usa), Einkaufsdirektorin von Costco Wh. Corp.
11. Bernard Arnault (F), Vorsitz und Ceo Louis Vuitton Moët Hennessy
12. Dan Jago (Gb), Weindirektor Tesco
13. Robert Paulinski (Usa), Einkäufer bei Sam’s Clubs, Wal-Mart
14. Eduardo Guilisasti (Rch), Ceo Concha y Toro
15. Marvin Shanken (Usa), Eigentümer, Herausgeber des Wine Spectator
16. Steven Spurrier (Gb), Beratender Autor des Decanter
17. Hugh Johnson (Gb), Weinautor
18. Nobutado Saji (J), Vorsitzender Suntory
19. Miguel Torres (E), Präsident Torres
20. Yves Bénard (F), Präsident Inao
21. Piero Antinori (I), Direktor Antinori
22. Bernard Magrez (F), Eigentümer Bernard Magrez Grands Vignobles
23. Pierre Castel (F), Präsident und Gründer Groupe Castel
24. Nicolas Joly (F), Biowein-Erzeuger
25. Tony Laithwaite (Gb), Vorsitzender Direct Wines
26. Simon Berry (Gb), Vorsitzender Berry Bros & Rudd
27. Frédéric Rouzaud (F), Manager Louis Roederer
28. Eric de Rothschild (F), Präsident Domaines Barons de Rothschild
29. Stéphane Derenoncourt (F), Weinberater
30. Jean-Charles Boisset (F), Vize-Präsident Boisset La Familie des Gr. Vines
31. Marcel Guigal (F), Vorsitzender E. Guigal
32. Jeff Zacharia (Usa), Präsident Zachys
33. Denis Dubourdieu (F), Professor und Weinberater
34. Daniele Cernilli (I), Autor Gambero Rosso
35. Pierre-Henry Gagey (F), Präsident Maison Louis Jadot
36. Eric Boissenot (F), Weinberater
37. Don St Pierre Jr (Cn), Vorsitzender ASC Fine Wines
38. Philippe Casteja (F), Händler, Château-Besitzer, Lobbyist
39. Yasuhisa Hirose (J), Präsident Enoteca
40. Hubert de Boüard (F), Eigentümer Château Angélus
41. Dr. Richard Smart (Aus), Berater
42. Mariann Fischer Boel (Dk), Europa-Politikerin Euac
43. Christian Moueix (F), Eigentümer Moueix
44. Georges Duboeuf (F), Eigentümer Les Vines Georges Duboeuf
45. Brian Croser (Aus), Gründer Petaluma
46. Oz Clarke (Gb), Autor und TV-Moderator
47. Angelo Gaja (I) Eigentümer Gaja
48. Al Gore (Usa), Ehem. Vizepräsident der Usa
49. John Casella (Aus), direttore Casella Wines
50. Richard & Judy (Gb), Tv-moderatoren
Ma, voglio anche farvi leggere, ciò che una collega, Elisabetta Tosi, ha raccontato a proposito del “guru” in questione.
Durante un viaggio nel Bordolese, qualche anno fa, ricordo che all’esterno di alcuni chateau spiccava un cartello: “I nostri vini non sono stati recensiti da R.Parker”.
“Curioso pensai, il critico enologico più influente e potente del pianeta li ignora, e questi se ne fanno un vanto…Boh”.
Quello che segue è un fatto realmente accaduto ad un amico produttore, la scena si svolge presso la sua azienda, alla quale egli torna dopo una dura giornata di vendemmia. “C’è uno straniero che vuol comprare del vino” lo informano i familiari.
Il produttore stanco morto si arma di pazienza e cortesemente chiede al forestiero quali vini vuole assaggiare.
Lo sconosciuto tira fuori un libro e lo sfoglia. Il produttore sbircia il titolo: è la guida di Robert Parker.
“Mi fa assaggiare…questo, questo…e anche questo” gli dice indicandogli i nomi scritti sulla pagina.
Il produttore obbedisce: porta le bottiglie, i bicchieri, stappa e versa. Lo sconosciuto guarda, annusa, assaggia, e legge. “Non sa di tabacco. Robert Parker dice che questo vino sa di ciliegia sotto spirito e tabacco”.
“Legga bene quello che c’è scritto: la recensione si riferisce all’annata 2003 di quel vino. Questo è un 2005”.
“Deve sapere di tabacco” insiste l’altro.
“Ma è un’altra annata! I vini cambiano sempre un po’, da un’annata all’altra”
“ E questo? Qui c’è scritto che è elegante e fruttato, che sa di prugna e cioccolato, e io non sento il cioccolato”.
“L’annata recensita da Parker è terminata, questa è quella successiva, e l’uvaggio è leggermente diverso; le proporzioni tra le uve non sono sempre le stesse tutti gli anni”. La discussione continua un bel pezzo, con il forestiero da un lato che scuote la testa, insoddisfatto, e continua a leggere e ad assaggiare confrontando le sue sensazioni con le note di degustazione scritte sul Vangelo del vino secondo Parker, le quali, ovviamente, non coincidono e il produttore dall’altro che non sa più a quale santo votarsi, per spiegare come mai i suoi vini hanno la bizzarra attitudine a divergere dal diktat parkeriano (e pensare che glieli ha valutati così bene! ingrati che non sono altro).
Alla fine, lo straniero decide di comprare solo 6 bottiglie, e contratta come un mercante arabo, tirando sul prezzo e litigando sull’IVA.
Esasperato, il produttore finisce per metterlo alla porta. Il suo ultimo, grato pensiero è però per Mr.Parker:
“Accidenti a quella volta che i miei vini sono finiti sulla sua guida!”
Classifica veramente interessante, straordinaria la presenza dei vini Piemontesi, ma a Parker piacciono in modo particolare ?
Sono molto felice per un vino che mi piace moltissimo, il Taurasi Riserva Vigna Cinque Querce 2003 di Mollettieri. Un grandisimo vino del sud
Luigi, ci sono 5 vini di Giacosa tra i primi dieci ?
Ma non credo sia mai successo che un produttore monopolizzi totalmente la qualità massima per l’Italia.
Lascia molto perplessi questo giudizio, anche se i vini di Giacosa sono molto molto buoni.
Classifica monotematicamente Piemontese, ma da toscano dico, dove sono i nostri grandi vini?
C’è ne sono forse il 20% e gli altri. Certo salta agli occhi il Sassicaia, ma omai è consuetudine la sua assenza.
Troppo orientata secondo il mio giudizio la scelta dei migliori, ma tanto lui ha sempre ragione. FORSE
Non tutti sono concordi con i vari giudizzi emessi da Parker, e non solo in italia.
Ho letto ad esempio, che per quanto riguarda l’Australia, James Halliday ha criticato fortemente “Wine Advocate”, ed i suoi giudizi in controtendenza rispetto a tutti i concorsi di vini australiani, arrivando a affermare che tali giudizi sono assolutamente privi della necessaria conoscenza dei territori.
Affermazione mica da ridere, dato che è convinto che gli straordinari punteggi dati da Parker, che premiano i vinoni australiani della nota Barossa Valley, non sono che in minima parte rappresentati dai risultati dei concorsi internazionali, che premiano invece in larga parte i vini locati nella Clara Valley, vini australiani molo più fini ed eleganti. I Concorsi secondo lui sono spesso più veritieri, ed evidententemente questi vini da Parker non sono apprezzati.
….gli australiani non gradiscono molto !
…e gli italiani ?
Doveva certamente stare più su !!
Sagrantino di Montefalco Arnaldo Caprai 25 Anni annata 2004
Gent Luigi Salvo pur non essendo eccessivamente critico nei confronti di Parker, credo che nell’influenzare il comparto con il suo benestare ai vinoni, sia stato determinante nell’evoluzione del gusto negli ultimi decenni.
Trovo perfettamente calzante tra i pareri espressi, quello illuminato di Guelfo Magrini:
“”Gli unici vini che il mio corpo riesce a sopportare sono quelli veri, semplici, autenticamente derivati da uve non palestrate, oppure sinceramente lavorati in forma biologica, sia nel sistema agronomico che enologico.
Quindi l’assaggio del vino diventa organico, e non più organolettico, funzione quest’ultima che ormai per quelli come me deve esplicarsi soltanto in fase di riconoscimento.
Ora che Parker si avvia finalmente alla pensione, portandosi dietro i suoi adepti di madrelingua italica, il futuro della nostra produzione enologica è sicuramente più roseo””.
Parker continui ad indicare vinoni, vinucci o vinelli, importante e non farsi influenzare troppo, come nel caso da lei citato dell’acquirente dal produttore.
Non sempre anche il critico più attento e presente sul territorio riesce ad centrare i giudizzi, figuriamoci chi come lui giudica tutto l’universo del vino.
Andrea Carani
Luigi riesci sempre a trovare sempre spunti interessanti, da spulciare per bene questa lista del potere del vino mondiale.
Non nascondo il fatto che per me certi nomi sono sconosciuti, come altri invece sono notissimi.
Certo l’Italia essendo il secondo paese al mondo come importanza vitivinicola, non è messa poi molto bene come presenze.
Certo che tutti questi Inglesi !!!! Ma chi li conosce !!! Fanno così tanta opinione ?
Come sempre un Parker calibrato e preciso.
Sfido chiunque a dire che nella lista dei migliori cinquanta c’è qualche ciofeca.
Magari si potrà obbiettare che poteva essere presente qualche altro vino di gran fattura, ma se ne si aggiunge qualcuno, qualcun’altro salta, e tra quelli inseriti tutti meritano di esserci.
Troppo piemonte ?
Ragazzi i migliori vini si fanno ancora lì !!…(è inutile ciullare nel manico !!!! )
Trovo che Parker veda giusto in particolare su:
Paolo Scavino Barolo Bric del Fiasc 2004, Petrolo Galatrona 2004, Dettori Rosso 2004, Passopisciaro Franchetti 2004, Dettori Tenores 2003, Sportoletti Villa Fidelia 2004 che ho bevuto in questi ultimi mesi e ce mi sono piaciuti tantissimo !!
Da siciliano non sono certamente contento della modesta presenza di vini siciliani, tra i migliori 50 d’italia. Sono invece felice che il nostro portabandiera sia un Nerello Mascalese.
Ormai da tutti è riconosciuto come vitigno dalle grandi potenzialità, sicuramente negli anni futuri darà grandi sodisfazioni all’enologia siciliana.
Il problema è che quello presente in questa graduatoria a rappresentare la Sicilia nel mondo, lo produce un Toscano !!!
Su questo si dovrebbe riflettere nell’isola !!!!
Effetto Parker :Il prezzo del Barolo Riserva Le Rocche del Falletto 2004 di Giacosa, è già schizzato in alto negli Usa
2004 Giacosa, Bruno Barolo Falletto, 750 mlList
Price: $394.66 Pre-ArrivalScores:
Type: Still
Country: Italy
Region: Piedmont
District/Appelation: Barolo
Varietal(s): Nebbiolo
Ho conosciuto personalmente Michel Rolland, ilnumero 8 della classifica dei potenti del vino , secondo me stà anche più su, questa posizione non mi convince.
Michel Rolland è un grandissimo enologo, il simbolo del flying-winemaker, consulente di centinaie di aziende sparse in tutto il mondo.
E’ il profeta del Cabernet Sauvignon, il fautore del Merlot, il toccasana di tante aziende, che lo trattano come fossse un DIO.
Secondo me è pazzesco, se vi descrivo il suo passaggio al Vinitaly, e la cena alla quale ero invitato, dove erano presenti una cinquantina di produttori tra i più rinomati d’italia, non credereste ai tasti del mio pc.
Robert Parker è criticabile fin che si vuole, ma ha dimostrato tanti anni fa di vedere più in là dove altri non riuscivano ad arrivare, è un conoscitore di tutte le realtà vinicole , non in modo superficiale, una conosceza fatta di viaggi e km, per lo più quando non era ancora notissimo.
Anticipa e detta da tanti anni le tendenze, ed anche chi lo critica, e tra i produttori italiani c’è ne sono tanti, aspetta con ansia le sue opinioni , i suoi voti , le sue sentenze.
Io non ne nascondo la mia simpatia.
Tra i primi vini che Parker ha posto in cima, non mi convince il Barbaresco Asili di Giacosa.
Conosco abbastanza bene questo vino, l’annata ’04, non mi ha particolarmente entusiasmato, non avrei immaginato di ritrovarlo giudicato con 98/100.
E’ un punteggio veramente elevato, ho ripreso la mia scheda e la media del panel degustativo nel quale lo ho giudicato ( eravamo in otto, non certo di primo pelo), il mio voto è stato 89/100, la media del panel 90,70/100.
Sarà contento Giacosa, io per la verità un po meno.
Antonio Galloni fornisce i dati ed i punteggi per i vini italiani, poi Parker decide se avallare o corregere.
Punteggi secondo me tropo troppo alti.
Robert Parker ha il mercato americano ai suoi piedi, se giudica un vino super ok, le vendite si alzano e di conseguenza il prezzo.
Potere della iper comunicazione
…. e non solo
Non bisogna meravigliarsi più di tanto, se il Piemonte è largamente presente tra i 50 migliori vini italiani.
Le segnalazioni sono appunto di Antonio Galloni, americano di origini italiane e curatore da un paio d’anni dell’interessante newsletter periodica Piedmont Report, il responsabile della parte italiana del Wine Advocate di Robert Parker.
Innamorato particolarmente dei vini piemontesi Antonio Galloni, scrive da tempo su Barolo, Barbaresco e vini piemontesi vari, apprezzando l’innovazione, ma difendendo la tradizione in taluni vini albesi, comunicando in definitiva a 360 gradi questa regione.
Luigi, dopo aver letto Brigaldara affermare poco sopra
“Robert Parker …….ha dimostrato tanti anni fa di vedere più in là dove altri non riuscivano ad arrivare, ………….Anticipa e detta da tanti anni le tendenze”, consentimi una battuta:
allora noi, piccoli dilettanti di pianura, che i vini di Dettori li stimiamo da oltre 5 (cinque) anni, che razza di fenomeni siamo?
la classifica di Parker proprio non placa la mia vena polemica…i soliti noti, con tanti Piemontesi; la prossima? i soliti noti…con tanti Toscani…questi giornalisti una sorpresa non ce la fanno proprio mai!!!
Simpatico l’articolo di E.TOSI.
La colpa io non la darei a PARKER ma al mal utilizzo di queste guide del vino che ci dicono come devono essere i vini,ed nessuno insegna come utilizzarle perche’ mi sembra abbastanza un fatto ignorante che un compratore e consumatore di vino non sappia’ che ogni hanno il vino e’ differente perche’ prima di essere vino e’ uva cioe’ un frutto che subisce le differenze climatiche(caldo,freddo,piogge ecc.ecc.)percio’ quello straniero che voleva comprare il vino bisogna insegnarli la base di tutto quello che e’ il mondo del vino,dal seme alla tavola.
Comunque questo e’ un problema sempre piu’ frequente in questi ultimi anni,e sara’ sempre motivo di discussioni sia per i punteggi che per l’utilizzo(moltre volte errrato)di queste guide del vino.
guardatevi il film MONDOVINO capirete molte cose……….il rosso ORNELLAIA, l’ anno dopo che il marchese Antinori ha venduto l’ azienda ai canadesi Mondavi, è stato premiato come il miglior vino del mondo……….a voi le deduzioni!!!!
meglio tardi, che mai- ho trovato il tuo blog
salutone da bangkok
peter